Olimpiadi Letterarie

Sogni e bisogni

Brano i+j

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  1. Flora*
     
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    SOGNI E BISOGNI



    –Tesoro?
    Un mugolio.
    –Tesoro, svegliati, è ora!
    Alfredo si rigira nel letto e le volta la schiena.
    –Ho sonno…– riesce a mormorare ancora prigioniero di Morfeo.
    Cinzia sorride nel buio della stanza e si allunga verso l’interruttore della luce. Un bagliore improvviso e accecante inonda la stanza scacciando il buio quieto della notte.
    Anche se tiene gli occhi chiusi Alfredo è circondato dalla luce fredda del lampadario.
    – Ma porc…
    – Su, forza! Sono le cinque!
    – Dai, Cinzia… Lasciami stare…
    Il sorrisetto della donna rimane stampato sulle sue labbra sottili, mentre la punta della lingua sbuca ammiccante da un lato.
    – Forza pigrone!
    – Cinzia, ti prego…
    Per tutta risposta la donna si appoggia al fianco del marito iniziando a solleticargli i peli sul torace.
    –Hai bisogno di un’aiutino?– e non fa in tempo a porre la domanda che la sua piccola manina scorre lungo il fianco dell’uomo per intrufolarsi con disinvoltura dentro le mutande.
    –Oh, ma cosa abbiamo qui? Un bel salsicciotto carino, carino!– cinguetta con la sua vocina, mentre la mano si chiude con decisione intorno al membro addormentato iniziando a giocherellarci.
    Alfredo si piega sul fianco e cerca di allontanarla.
    –Cinzia, basta! Ho sonno! Domattina ho una giornataccia!– ma la donna imperterrita con il suo sorrisetto beffardo continua l’opera guardandolo dritto negli occhi: occhi vispi, accesi, determinati in occhi appena appena socchiusi.
    –Ma porc…
    –Su, su, pigrone! Lo so che lo vuoi anche tu…– e il suo sorrisetto diventa una linea netta, tagliata con approssimazione in mezzo alla faccia magra.
    Alfredo si alza, mettendosi seduto: guarda il suo piccolo pene chiuso nel pugno della moglie che continua a trastullarlo.
    –Cinzia, davvero, credo che noi due dobbiamo parlare seriamente.
    –Dopo, tesoro– dice lei mentre arriccia le labbra e fa il gesto di chinarsi verso il suo pube. Allora lui la prende con delicatezza per le spalle e l’allontana da sé. Cinzia lo guarda un po' stupita: tra le mani ha ancora il membro floscio.
    –Lo abbiamo fatto ieri sera, prima di cena, giusto?
    Lei annuisce con la testa.
    –E poi prima di andare a letto, giusto?
    –Sì. Alle 23
    Alfredo si passa una mano sugli occhi ancora impastati di sonno. Cinzia invece lo osserva perfettamente sveglia e arzilla, con uno sguardo che sta diventando via via sempre più acuto.
    –E poi lo abbiamo fatto… praticamente ora.
    –Erano le 2
    –Ecco, sì, appunto. Alle 2. Non ti sembra di esagerare?
    Cinzia si tira su a sedere e gli pianta gli occhi negli occhi. Un guizzo di nervosismo le serpeggia nello sguardo.
    –E allora?
    –E allora mi sembra una stronzata, ecco! Sono stanco, ho sonno, e non ho la minima voglia di fare ancora l’amore con te!
    Il viso della donna si addolcisce leggermente. La mano è ancora ben chiusa intorno all’innocuo membro.
    –Ma basta dirlo, tesoro! Se non ce la fai sono qui apposta per…– Alfredo non la lascia finire.
    –Il punto è che non sono io che non ce la faccio! È questa situazione che è… è… è ridicola!
    –Ah, è così? Credi che questa situazione sia ridicola?– Cinzia inspira profondamente allargando le narici. Qualcosa le sta salendo dentro, qualcosa di molto simile a una colossale incazzatura.
    –Ascoltami bene, tesoro, se ritieni che questa situazione sia ridicola hai fatto bene a farmelo notare. Ma ti ricordo, nel caso tu te ne fossi dimenticato, che il dottore ha detto che nel periodo fertile sarebbe bene farlo il più possibile. Anche ogni tre ore!
    –Sì, ma stava scherzando, dai! Lo sai anche te che è impossibile!
    –Cooosa?– e così dicendo Cinzia si sbarazza delle coperte e con la sua agilità di donna mingherlina, gli salta addosso mettendosi a sedere sul suo pube. Nel movimento improvviso Alfredo fa appena in tempo ad accorgersi che lei non porta le mutande. Sospira.
    Cinzia invece si posiziona ben bene accostando le loro parti intime e iniziando a ondeggiare.
    –Io lo voglio questo bambino, chiaro? Lo voglio e lo voglio da te! Quindi impegnati un po' e vedi di ravvivare questo… coso!– e così dicendo struscia sempre più vigorosamente le sue nudità su quelle del marito.
    –Cinzia, veramente…– ma lei lo zittisce con uno sguardo talmente carico di aggressività, che lui non può far altro che capitolare.
    –Ma porc…– bisbiglia tra i denti, appoggiandole le mani sui fianchi esili e spigolosi. Lei continua a tenerlo prigioniero con il suo sguardo deciso e diretto che non lo lascia un istante, e a lui basta davvero quello sguardo per sentirsi prigioniero di sua moglie, di quello scricciolo di donna testarda e tenace così minuta ma allo stesso tempo talmente determinata nell’ottenere ciò che vuole da non permettere obiezioni.
    Con risolutezza e decisione e a forza di strusciare, qualcosa, laggiù inizia a muoversi. Subito sul viso di Cinzia si accende qualcosa e il suo galoppare diventa più frenetico e incalzante. Alfredo la segue a fatica: dieci minuti prima era sprofondato nel mondo dei sogni, mentre adesso…
    Quando finalmente arriva l’apice dell’amplesso mattutino, Alfredo si sente quasi mancare. Vorrebbe che si togliesse da sopra di lui, ma sa che deve rimanere lì ancora un po'; infatti Cinzia rimane in quella posizione con il pene che si sta afflosciando dentro di lei, muovendo il bacino in senso antiorario. Poi di colpo si alza, andandosi a mettere a testa in giù contro il muro. Alfredo la guarda senza riuscire a muoversi: è talmente stanco da non riuscire nemmeno ad andare in bagno e si addormenta così, appoggiato allo schienale del letto.
    Cinzia controlla l’orologio: è consigliabile stare almeno un quarto d’ora in quella posizione per favorire il processo del concepimento, quindi si mette in attesa: da quella posizione vede suo marito all’incontrario che si è addormentato all’istante.
    –Buona notte, caro! Ti sveglio io, dopo–
    Dal letto le arriva un timido mormorio di protesta.
    Aspetta pazientemente poi lascia andare le gambe verso il pavimento e si rimette in piedi, calza le pantofole e va in bagno. Qui si ferma davanti allo specchio e comincia a sfiorarsi la pancia poi chiude gli occhi e se la immagina tonda, grossa, carica di vita. –Non mi importa se sarai maschio o femmina, se assomiglierai più a me o più a lui. Io ti voglio già bene e te ne vorrò tanto.– sussurra amorosamente prima di tornare a letto.
    La sveglia suona come da programma alle sette ma questa volta anche Cinzia preferisce riposare. Alfredo si alza intorno alle sette e mezzo facendo attenzione a non svegliare la moglie, si prepara velocemente ed esce di casa.
    Mezz’ora dopo è al bar dall’altra parte della città e di fronte a lui c’è una donna che fissa sconsolata la tazza di caffè che ha davanti.
    –Che fai? Non lo bevi?– chiede Alfredo ma la donna non risponde –Ma che volete da me tutte quante? Ma che vi ho fatto?– continua infuriato Alfredo.
    –A me hai fatto tanto male– risponde la donna senza muovere lo sguardo dalla tazza.
    –Senti, che cazzo vuoi che gli dica? Quella vuole un figlio! Lo capisci? Un cazzo di figlio!–
    –E tu non lo vuoi?– chiede la donna.
    –Ma vaffanculo, certo che no. Cosa me ne faccio? Io figli non ne voglio! È per questo che la voglio mollare. Quando ci siamo sposati eravamo d’accordo che non avremmo fatto figli. Ora sta stronza ha visto l’amica col bimbo e lo vuole anche lei. Ma che se lo faccia con un altro.–
    La donna che siede davanti ad Alfredo prende la tazza in mano e la fissa per qualche secondo poi la la posa nuovamente sul tavolino. –Quindi non le dirai mai di noi o, se lo farai, è perché non vuoi avere figli.–
    –No Daniela, per favore! Ma è mai possibile che uno per una scopata debba trovarsi incasinato per tutta la vita?–
    –Una scopata? Tutto qui? È solo questo che volevi da me?– chiede Daniela con un filo di voce.
    –Sì, e sai che ti dico? Che ormai ho capito che anche te sei come quell’altra. Quindi ti saluto, non ti voglio più vedere.– si alza e prende il portafogli dalla tasca interna della giacca. Mentre lui cerca qualcosa nel portafogli lei prende un lungo sospiro poi gli da la notizia per la quale, carica di entusiasmo, gli aveva dato appuntamento per quella mattina. –Sono incinta… aspetto un bambino.–
    Alfredo si ferma un attimo poi estrae una banconota da cinque euro dal portafogli e la lascia cadere sul tavolo. –Auguri a te e al padre del bambino.–
    –Sei tu il padre.– continua Daniela con la voce che le si strozza in gola.
    –Ma porc… ascoltami bene: io non sono il padre di nessuno. Chiaro? Sparisci dalla mia vita, non ti voglio più vedere.– fa per andarsene ma sente una mano afferrarlo per il braccio, si volta infuriato e vede Daniela in lacrime.
    –Avevi detto che mi amavi! Non lasciarmi proprio adesso! Non ti chiederò nulla! Ti prego, Andrea, non mi lasciare.– lo implora lei.
    –Non essere patetica e mollami il braccio.– Alfredo, vedendo che Daniela non lo lascia andare, le sferra un pugno sul mento facendola cadere per terra dopodiché se ne va incurante degli insulti e delle minacce dei presenti. –Per male che vada denunceranno Andrea Florio– pensa mentre sale in macchina.

    Sono passate due settimane da quando ha scaricato Daniela ma non sono sopraggiunte denunce di alcun tipo. Alfredo comincia a sentirsi tranquillo, sta guidando verso casa. Con la scusa di un parente mezzo morente è stato via per una settimana e quando è tornato Cinzia sembrava stranamente tranquilla, non ha più preteso di fare sesso ma neanche si è rifiutata quando era lui a volerlo. Si ritiene soddisfatto di come ha gestito la situazione, senza farsi scoprire si è accertato del fatto che Daniela sta bene e la caduta non ha comportato nessun danno a parte la perdita del bambino che portava in grembo. Rilassato e sereno arriva davanti alla porta di casa e la apre, dietro trova Cinzia ad attenderlo completamente nuda.
    –Ci risiamo– pensa –ma stasera ho voglia pure io, poi se mi si presenta davanti tutta nuda non resisto, e la stronza lo sa.
    Chiude la porta e comincia a slacciarsi la cintura, le si avvicina e le mette le mani sulle spalle per poi spingere giù energicamente. Dopo un primo momento di indecisione Cinzia fa quello che il marito le ha implicitamente ordinato sperando che lui non voglia solo quello. Si muove ritmicamente, cerca di fare del suo meglio per compiacere il marito e si riscopre eccitata in quel ruolo da amante sottomessa. Decide che è ora anche per lei di godere. Lascia andare il pene del marito, si rialza velocemente, gli getta le braccia al collo e con un balzo cinge la sua vita con le gambe. Si amano, si posseggono l’un l’altra con passione e avidità. Quello che è cominciato all’ingresso finisce a letto finché, stremati e ansimanti, si fermano e restano sdraiati uno accanto all’altra.
    Alfredo, soddisfatto più per la sua vittoria nei confronti del desiderio di procreazione della moglie che per l’intenso rapporto appena concluso, non si accorge del ronzio del suo telefono. Cinzia, curiosa, lo prende e guarda il display.
    Al suo risveglio Alfredo nota uno strano silenzio, si rende conto di essersi appisolato senza nemmeno cenare. Chiama Cinzia a gran voce ma non ottiene risposta, cerca in tutto l’appartamento ma lei non c’è poi nota un biglietto appeso alla porta. È un messaggio di Cinzia.
    –Sono al bar della stazione, raggiungimi lì. Ho una bella notizia da darti e una mia amica da farti conoscere.– recita il messaggio, poi Alfredo nota un’altra scritta sul biglietto.– PS: ho preso io il tuo cellulare, poi ti spiego…
    Incuriosito e affamato, Alfredo esce di casa. Quando arriva al bar si guarda attorno e vede Daniela seduta a un tavolo al fondo della sala affollata che agita un braccio sorridendo e gli fa cenno di raggiungerla. Alfredo si avvicina guardandosi attorno in cerca Cinzia, raggiunge il tavolo di Daniela e, di fronte a lei, trova proprio sua moglie.
    –Amore siediti– dice Cinzia radiosa come sempre –lei è Daniela ma tanto tu lo sai vero? Mi ha appena detto che vi conoscete e siete molto intimi.–
    –Piantala Cinzia! Cosa ci fai qui con lei? Che scherzo è questo?– chiede Alfredo nervoso mentre si siede.
    –Sai quando ti ho detto che avevo una bella notizia da darti?– Alfredo si alza –Su, non essere scortese Alfi… o dovrei chiamarti Andrea?– Continua Cinzia con tono serio.
    Alfredo si risiede, il cuore gli batte all’impazzata, sente la situazione sfuggirgli di mano.
    Cinzia gli racconta del messaggio che lui ha ricevuto da Daniela e che lei ha letto appena dopo il loro appassionato rapporto, gli racconta che si è fatta trovare nuda per festeggiare un lieto evento: la sua gravidanza. E gli racconta che Daniela non ha affatto perso il bambino di cui lui è padre. Alfredo, dopo un attimo di smarrimento, rialza la testa e volta la situazione a suo favore.
    –E va bene, brutte stronzette che non siete altro. Mi avete scoperto. E immagino che ora non mi vogliate più vedere. Che mi odiate con tutte voi stesse. Be’ sapete che vi dico? Anche io vi odio! Odio voi e i vostri stramaledetti figli! Vostri non miei. Addio.
    Alfredo esce dal locale soddisfatto, fuori nota le donne abbracciate, probabilmente, nell’atto di salutarsi. Decide di festeggiare la ritrovata libertà andando in un altro locale. Dopo quattro bicchieri di vodka, digiuno e completamente ubriaco si mette a camminare. Senza rendersene conto finisce in una strada deserta fuori città, si guarda attorno ma il buio e la vista annebbiata dall’alcool gli impediscono di capire chiaramente dove si trovi. Perde l’equilibrio e si aggrappa a una ringhiera che vede lì vicino, la ringhiera è bassa e per poco lui non cade dall’altra parte. Si ferma, riprende fiato e cerca di mettere a fuoco l’ambiente circostante. In lontananza si sente un fischio poi un rumore sempre più vicino. Finché sotto i suoi occhi non vede passare un treno a tutta velocità.
    Di nuovo silenzio. D’improvviso si ricorda delle due donne che si abbracciavano fuori dal locale, immagina Cinzia e Daniela fare la stessa cosa e la sua fantasia comincia a lavorare. Le due ragazze si spogliano, si baciano e si toccano a vicenda. Alfredo sempre più eccitato comincia a toccarsi. Gli ci vuole un po’ ad avere un’erezione ma poco a poco ci riesce. Quando raggiunge il culmine del piacere perde nuovamente l’equilibrio e, questa volta, cade oltre la ringhiera.

    L’impatto della testa contro il ferro della rotaia non gli lascia scampo.

    Edited by Flora* - 2/11/2017, 19:50
     
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