Olimpiadi Letterarie

LA ZATTERA DELLA FANTASIA

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  1. MyaMcKenzie
     
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    Sono a pezzi. Le spalle mi dolgono, ho i piedi intirizziti e le mani sono un vero campo di battaglia. Sto in piedi da diciotto ore e non vedo l'ora di stendermi qualche minuto accanto a mia moglie. Tutto ciò che desidero è chiudere gli occhi e ascoltare il suono del suo respiro, finché il calore del suo corpo non avrà riscaldato il mio cuore e ogni propaggine del mio corpo.
    La trovo accanto ai fornelli, con una teiera in mano, intenta a versare la mia droga preferita nella tazza che nostro figlio mi ha regalato per la festa del papà. La bacio, nonostante le labbra screpolate supplichino pietà, e le sorrido, anche se è stata una delle giornate peggiori della mia vita.
    «Dov’è il mio campione?» Domando guardandomi attorno.
    «È sul retro. Credo stia combinando qualcosa, perché è tutto il giorno che traffica con bastoni e corde. Non ha voluto dirmi cos'ha in mente, però.»
    Accolgo la sua silenziosa richiesta d'aiuto e, dopo aver bevuto un sorso di the, raggiungo mio figlio in cortile.
    Lo trovo seduto sul ciglio del dirupo, ben protetto dallo steccato che ho installato prima che nascesse. Sta guardando dritto dinnanzi a sé, sembra assorto nei propri pensieri. Al suo fianco, una catasta informe di bastoncini, rami e foglie.
    Gli arruffo i lunghi capelli scuri, sorprendendolo alle spalle e strappandogli una risata. Gli siedo accanto e lascio penzolare le gambe nel vuoto.
    «Vedo che ti sei dato molto da fare oggi.» Osservo, indicando il materiale che ha accatastato. «Cosa stai costruendo?»
    «Una zattera.»
    «Per farci cosa?»
    «Voglio attraversare il mare.»
    «Ci sono le navi per questo.»
    «Ma noi non ce le possiamo permettere.»
    Mio figlio ha in parte ragione. Un biglietto di andata e ritorno per tutta la famiglia non ha un costo esorbitante, ma è una spesa non necessaria a cui abbiamo sempre rinunciato volentieri. Né io né mia moglie abbiamo voglia di tornare indietro. Ci siamo tenuti ben distanti dalle persone che abitano sul continente, dalla loro frenesia, cupidigia, insolenza. Abbiamo preferito crescere Huck lontano dai conflitti, dalle mode e dalla discriminazione. Abbiamo scelto la radio al posto della TV e i libri come maestri di vita. Pensavamo di agire per il meglio, ora ho il dubbio di aver sottovalutato le esigenze di un bambino di cinque anni.
    «E perché vorresti lasciare quest'isola?» Chiedo con il cuore in gola.
    «Perché conosco solo Unimak e voglio sapere com'è il resto mondo. Voglio vedere un coccodrillo, guardare lo scheletro di un dinosauro, salire sull'Empire State Building.»
    «Ma per fare tutto questo non ti serve una zattera vera, Huck. Ti basta quella che può costruire la tua mente.»
    I suoi occhioni scuri e obliqui mi guardano curiosi, incapaci di comprendere il significato delle mie parole.
    «Chiudi gli occhi, piccolo, e guarda con attenzione. Non lo vedi il grattacielo più alto di New York? È proprio lì, davanti a te. Basta che allunghi un dito e potrai sfiorarne la punta.
    E cosa mi dici di quel T-Rex che ha appena abbattuto un aereo?»
    «Ma, papà! Non c'erano gli aeroplani al tempo dei dinosauri!»
    «È proprio questo il bello di avere una zattera della fantasia.» Spiego. «Puoi decidere tu come costruire il tuo mondo. Là, ad esempio, non vedi quant'è immensa quella cascata? Senti le goccioline che bagnano il viso, il profumo del muschio che ricopre le rocce, il rombo dell'acqua che cade giù?»
    «Sì, papà, lo sento!»
    «E i pesci che vanno contro corrente?»
    «Sì! Sono rossi, enormi, nuotano come furie!» Esclama emozionato. «E c'è anche un coccodrillo!»
    «Davvero?»
    «Sì, è là, vicino al liocorno. Ora provo a toccarlo.»
    Sorrido a mio figlio, perché sentire l'entusiasmo che lo anima è un balsamo per la mia coscienza traballante, che si incrina ogni giorno di più sotto il peso del rimorso. So che non manca molto al giorno in cui non gli basterà più navigare con la fantasia. Vorrà più che una zattera immaginaria e, quando il momento verrà, dovrò rendergli conto delle decisioni prese. Mi auguro solo che, tra la montagna di rinunce a cui l'abbiamo costretto, riesca a scorgere il nostro immenso amore.
     
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    Ciao Maya! Restituisco la visita ben volentieri. Il racconto mi è piaciuto molto. In.un mondo in cui i bambini sono incentrati più sui videogiochi, riscoprire la fantasia è importante e una zattera di fantasia vale di più di un aeroplano o una crociera. Attenta alle maiuscole in chiusura delle caporali. Buono stile. Ottimo messaggio di fondo. Brava!
     
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  4. MyaMcKenzie
     
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    CITAZIONE (Emy Ristovic @ 9/9/2017, 22:00) 
    Ciao Maya! Restituisco la visita ben volentieri. Il racconto mi è piaciuto molto. In.un mondo in cui i bambini sono incentrati più sui videogiochi, riscoprire la fantasia è importante e una zattera di fantasia vale di più di un aeroplano o una crociera. Attenta alle maiuscole in chiusura delle caporali. Buono stile. Ottimo messaggio di fondo. Brava!

    Ciao, Emy, grazie mille :)
    Fammi capire bene il tuo consiglio, che forse non ho capito bene.
    In questa frase
    [...]«Vedo che ti sei dato molto da fare oggi.» Osservo, indicando il materiale che ha accatastato.[...]
    Tu metteresti "Osservo" in minuscolo, ho capito bene?
     
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  5. Achillu
     
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    Ciao Mya.

    Forma: niente da segnalare.
    Trama e personaggi: non condivido la scelta dei genitori, perché un bambino non ha solo bisogno di radio e libri ma anche di relazioni con i coetanei per crescere in modo sano. Il padre e il figlio sono ben delineati, soprattutto il padre.
    Stile: hai padroneggiato ed equilibrato molto bene le parti descrittive e i dialoghi. Complimenti.
     
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  6. Ulisse67
     
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    Esistono anche se rari, esempi reali della scelta di vita da te descritta nel racconto. Le motivazioni possono essere varie anche se non sempre condivisibili (anche io desidero vivere su un'isola deserta :emoticons%20hobbies%20(3): ma i miei figli sono già grandi) Bella la descrizione della fantasia, che come una zattera appaga momentaneamente il desiderio del bambino di conoscere il mondo. E' un mezzo potente che dovremmo usare più spesso e meglio.
     
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  7. stefia
     
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    Ciao Mya
    riguardo alla forma ho un unico, misero, stupido e sostanzialmente inutile appunto in questa frase proprio all'inizio.:
    "... finché il calore del suo corpo non avrà riscaldato il mio cuore e ogni propaggine del mio corpo"
    Ovvero la ripetizione della parola "corpo".
    Un'altra nota che ti vorrei fare osservare è il puntualizzare che lui ha "le labbra screpolate", soprattutto abbinato alla "mia droga preferita"; perché questa scelta? Io, che ci ho l'animo fantascientifico, già mi immaginavo un futuro post-apocalittico in cui la famiglia viveva in indigenza e il bambino sognava di fuggire in cerca di un futuro migliore.
    Sì lo so che è un problema mio! :) Mi chiedevo solo perché hai ritenuto utile specificare che le sue labbra fossero dolorosamente screpolate. Tutto qui.
    In sostanza, a me, il racconto mi è piaciuto molto perché tutti i genitori fanno scelte che pensano essere "il meglio" per i propri figli e sperano di non sbagliare e quindi tutti si possono ritrovare nei panni della tua coppia.
    E' un racconto pulito, lineare, fluido e la zattera della fantasia, quando ero piccola, mi ha traghettato ovunque. Ottima prova.
     
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    Mi è piaciuto molto il tuo racconto, soprattutto ho apprezzato l'accostamento vita quotidiana e sogni.. in particolare la suddivisione del racconto in due parti, la prima scorrevole che descrive una normale giornata di una famiglia, con le difficoltà che essa comporta, spesso anche a rinunce, ma questo non impedisce la capacità di sognare.. e ho apprezzato che hai affidato questa capacità ad un bambino.. visto che oggi nei bambini non si riscontra più la capacità di sognare e di credere nei propri sogni.
     
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  9. MyaMcKenzie
     
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    CITAZIONE (Achillu @ 10/9/2017, 07:52) 
    Ciao Mya.

    Forma: niente da segnalare.
    Trama e personaggi: non condivido la scelta dei genitori, perché un bambino non ha solo bisogno di radio e libri ma anche di relazioni con i coetanei per crescere in modo sano. Il padre e il figlio sono ben delineati, soprattutto il padre.
    Stile: hai padroneggiato ed equilibrato molto bene le parti descrittive e i dialoghi. Complimenti.

    Ah, ah, neanche io condivido, ma questi personaggi, si sa, fanno quello che vogliono ;)

    CITAZIONE (stefia @ 10/9/2017, 11:47) 
    Ciao Mya
    riguardo alla forma ho un unico, misero, stupido e sostanzialmente inutile appunto in questa frase proprio all'inizio.:
    "... finché il calore del suo corpo non avrà riscaldato il mio cuore e ogni propaggine del mio corpo"
    Ovvero la ripetizione della parola "corpo".
    Un'altra nota che ti vorrei fare osservare è il puntualizzare che lui ha "le labbra screpolate", soprattutto abbinato alla "mia droga preferita"; perché questa scelta? Io, che ci ho l'animo fantascientifico, già mi immaginavo un futuro post-apocalittico in cui la famiglia viveva in indigenza e il bambino sognava di fuggire in cerca di un futuro migliore.
    Sì lo so che è un problema mio! :) Mi chiedevo solo perché hai ritenuto utile specificare che le sue labbra fossero dolorosamente screpolate. Tutto qui.
    In sostanza, a me, il racconto mi è piaciuto molto perché tutti i genitori fanno scelte che pensano essere "il meglio" per i propri figli e sperano di non sbagliare e quindi tutti si possono ritrovare nei panni della tua coppia.
    E' un racconto pulito, lineare, fluido e la zattera della fantasia, quando ero piccola, mi ha traghettato ovunque. Ottima prova.

    Accidenti, m'era sfuggito! Grazie Stefia per la segnalazione.
    Riguardo alla tua domanda/segnalazione... confesso che, da autrice di romanzi e non racconti, parto in quarta con un po' di descrizioni in più e poi il n° di caratteri mi frega puntualmente. Diciamo che volevo dare l'impressione di un padre stanco, provato dalla giornata e dalle interperie, che nonostante ciò riesce (e vuole a ogni costo) stare accanto a suo figlio per aiutarlo in un momento difficile.
    Sinceramente, le labbra screpolate, non so come mi siano venute. Forse ho calcato troppo la mano.
    Magari lo rivedo un po'.
     
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  10. *SHORY*
     
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    Mercoledì 13 su Sky cinema trasmetteranno un film che tratta proprio di questo argomento: i genitori decidono di crescere i sei figli isolati in una foresta del Nord America.
    A chi non piacerebbe, considerato il caos quotidiano in cui siamo costretti a vivere, la violenza cui siamo sottoposti, il bombardamento multimediale e quant'altro, poter scegliere per l'isola anche e soprattutto per la propria prole?
    Il rovescio della medaglia, nel caso dei protagonisti del film, non è neppure tanto la socializzazione (è vero: stanno sempre tra loro, non c'è ricambio di idee ma almeno non soffrono la solitudine) quanto la fatica fisica, il duro lavoro che l'uomo deve svolgere e, considerata la mancanza di confort, anche la moglie. Tutto questo nella realtà.

    Qui il sogno si realizza e il padre riesce a trasmettere al bambino un'importante verità: a rendere veramente liberi è la fantasia. Liberi di sognare, liberi di viaggiare, liberi di creare mille e una situazione.
    Un messaggio positivo che condivido: bella prova. :)
     
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  11. liliana tuozzo
     
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    Molto bello il tuo racconto. Valorizza la fantasia che spesso oggi nell' era tecnologica in cui viviamo viene trascurata. L' unica cosa che non condivido sono le eccessive rinunce che deve affrontare il bambino. Racconto molto valido e pieno di sentimenti.
     
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    Vessatore di pterodattili

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    Mi è piaciuto molto; c'è un qualcosa che mi sfugge a livello logico, forse un passaggio che mi è sembrato poco "naturale" però non riesco a ritrovarlo, può essere che la prima lettura fosse stata fuorviante.
    Diciamo che la fantasia dovrebbe sopperire a ciò che non si può vedere poiché non esiste, oppure quello che non ci è possibile raggiungere; nel contesto qui sa un po' di toppa, più che di valore, un "voglio proteggere mio figlio e a questo fine sono disposto a negargli determinate gioie".
    Questo nulla toglie al racconto, comunque, anzi forse lo rende più vero.

    Per ora è tra i miei preferiti.
     
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  13. Antonio Borghesi
     
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    Forse il desiderio dell'inconscio di vivere nella più completa libertà lontano dall'era moderna e felici. Purtroppo non funziona così e il bambino un giorno costruirà la sua zattera. Una bella storia che si legge volentieri ma alla quale non si può credere. Opinione personale naturalmente.
     
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  14. Mioalterego
     
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    Racconto semplice come una bella favola in cui però ho notato una netta linea di demarcazione narrativa fra il "prologo" dei dialoghi fra l'uomo e la moglie e la vera trama, cioè il narrare una scelta di vita bucolica e primordiale lontana da quella contemporanea e tecnologica. I dialoghi sono scritti in maniera efficace a descrivere la quotidianità di una famiglia, le domande retoriche che invece si fa il padre alla fine, sembrano già sottolineare un giudizio negativo sul processo educativo scelto e che risulta fallimentare se l'adulto non crede che sarà apprezzato dal proprio figlio. E allora perché averlo fatto? evidentemente la forzatura del gioco -a cui anche il bimbo non cede completamente (...non c'erano gli aerei ai tempi dei dinosauri...)- è diventata un limiti alla conoscenza del mondo reale e in cui dovrà calarsi, bloccare la curiosità, rimandando la crescita è puerile da parte di un genitore che invece dovrebbe inserire nel mondo il figlio e non solo proteggerlo sotto una campana di vetro.
     
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  15. luis22
     
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    Trovo stupendo insegnare a un bambino a volare con l'immaginazione. bel racconto, quasi fiabesco, surreale. Mi piace che, con coscienza, ti renda conto che è stata una scelta egoistica. L'immaginazione necessita altresì di esperienza vissuta. Molto intimo. Mi è piaciuto. :)
     
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21 replies since 7/9/2017, 09:43   209 views
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