Olimpiadi Letterarie

INCHIOSTRO

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  1. patti@
     
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    Fernando aveva chiuso la porta dell’appartamento dall’interno con una doppia mandata. Era un uomo di mezza età, quasi d’altri tempi, elegante in abito grigio e cappello, né bello né brutto. Occhiali rotondi addolcivano i tratti del viso, dove il naso lungo sporgeva sopra i baffi neri. Un lavoro importante gli permetteva di essere circondato da molte persone, invece a casa non c’era mai nessuno ad aspettarlo. Come tutte le sere aveva poggiato la borsa piena di documenti sulla sedia all’ingresso, sull’altra il cappello. Aveva tolto la giacca e allentato la cravatta. Sperava di poter accedere alla tranquillità senza interferenze e distrazioni. Con passi lunghi si era diretto verso la scrivania di noce in salotto. Aveva acceso la lampada e questa aveva abbagliato di luce gialla i fogli sparsi. Intorno buio e silenzio. Sedersi, prendere la penna e iniziare a scrivere era stato un unico movimento. Salpava nella notte, Fernando, dal porto sicuro di una vita rispettabile, verso terre ignote, remando solo con i pensieri. Si allontanava dalla solitudine, dall’incomprensione del mondo e di se stesso. Partiva sopra un foglio bianco, come una zattera tranquilla verso il largo. Navigava sulle pagine, chiare per giorni, poi seminava scie di parole, quando l’ispirazione lo prendeva. Veleggiava in un mare d’inchiostro, si perdeva per ritrovarsi altrove, con un’altra faccia, un’altra identità e con un altro nome. Autore di se stesso, scriveva dell’intimo suo come pochi sapevano fare. Il mistero della creazione non gli era sconosciuto. Stanco si addormentava sui fogli e sognava. Gocce di sudore e lacrime andavano a infrangersi come onde sulle parole scritte. Le coprivano, si mischiavano, le cancellavano, l’inchiostro ritornava liquido nero e quelle si sperdevano come gli ultimi bagliori prima della notte. L’immaginazione era irreparabilmente perduta, ogni consolazione naufragata. Non restava più niente, nessun personaggio, nessuna vita diversa, se non la sua. E ancora l’inquietudine di vivere.
     
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    complicatrice

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    aliena decisamente

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  3. Ulisse67
     
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    Molto bello, anche l'associare la navigazione alla scrittura.
    Mi piace il personaggio. Brava.
     
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  4. *SHORY*
     
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    Anche a me è piaciuta l'idea e il racconto è scritto molto bene.
     
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  5. patti@
     
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    grazie.
    apprezzo molto il vostro giudizio.
     
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  6. Achillu
     
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    Ciao Patti.

    Forma: mi sembra a posto. Trama e personaggi: tema ok, un solo personaggio delineato quanto basta, una storia onirica con conseguenze nella vita reale, il tutto mescolato con un risultato piacevole da seguire. Stile: ottima la scelta della terza persona focalizzata, mi hai fatto immaginare i sentimenti del protagonista e quindi brava!
     
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  7. patti@
     
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    Grazie Achi per l'ottimo e dettagliato commento.
     
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    Vessatore di pterodattili

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    Mi è piaciuto.
    Rispecchia probabilmente la vita di più persone di quanto si possa immaginare.

    Sarei solo andato a capo qualche volta in più per evitare l'effetto "muro di testo".
    ciao.
     
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  9. stefia
     
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    Molto originale, molto bello, molto vivo. Personaggio delineato perfettamente. Complimenti.
    Per quanto mi riguarda la definisco un'opera poetica: hai usato parole misurate per rendere un'immagine senza usare paragoni.
    Piaciuto molto. Complimenti davvero.
     
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  10. Befana Profana
     
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    Concordo con Fante Scelto sull'andare a capo. A parte questo, l'ho trovato bellissimo, davvero, mi ha emozionato e trovo che di tutte le interpretazioni metaforiche del navigando viste fin'ora è quella che mi è sembrata la più riuscita, meno forzata, molto bella, rende appieno l'idea di quest'uomo che attraverso la zattera della scrittura rema tentando di non naufragare nella propria tristezza. Bellissimo, anche se l'ho già detto 🙂
     
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  11. Simone Volponi
     
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    Andare a capo ogni tanto sarebbe stato bello :D
    Scritto bene, sei riuscita a mettere descrizioni efficaci in poco spazio e raccontare la tua storia senza perdere nessun particolare.
     
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  12. patti@
     
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    grazie a tutti, veramente.
    concordo con quanti mi hanno fatto notare il muro di parole.
    l'eccessivo timore di superare i 2017 caratteri mi ha fatto "comprimere" le parole
    e forse ho esagerato.
    ma leggendo è possibile fare delle brevi soste.
    grazie ancora!
     
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  13. MyaMcKenzie
     
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    Ottima prova, interpretazione originale e azzecatissima del navigare.
    Ho adorato ogni parola... fino a tre quarti. La fine mi ha spiazzata.
    A meno che non sia una metafora che non ho colto (ed è possibilissimo), mi pare di capire che il tuo personaggio è un po' la Penelope della situazione: scrive di sera e si ritrova con le pagine bianche la mattina. In questo caso allora c'è un'incongruenza con "Navigava sulle pagine, chiare per giorni" di cui paravi poche righe prima.
    Se non ho preso un granchio allora questo finale mi sta un po' stretto. Sarà che quando perdo il lavoro di qualche ora mi viene il panico, ma sapere che quel poveretto perde tutte le notti il proprio mi fa star male!

    Comunque complimenti per il lessico e la cura con cui hai scelto ogni parola.
     
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    Mi è piaciuta tanto l'idea: navigare attraverso la scrittura. Non solo, è scritto molto bene. Complimenti.
     
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  15. caipiroska
     
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    Ciao patti@,
    intenso e raffinato il tuo racconto, dove scene ben gestite e ben delineate scivolano via senza intoppi.
    Più che il muro di parole la parte sofferente del tuo mini secondo me è il finale: è un cerchio che si chiude in un modo che non ho ben capito, che mi lascia titubante e indecisa. In poche battute non ci devono essere trabocchetti, altrimenti il testo perde d'intensità, come un fiore che si apre senza emanare alcun profumo.
     
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21 replies since 16/9/2017, 17:53   252 views
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