Olimpiadi Letterarie

Big Crusch: il nuovo inizio (10647 caratteri)

Girone FIORI, genere fantascienza

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Mioalterego
     
    .

    User deleted


    Big Crusch: il nuovo inizio (10647 caratteri)

    Sarebbe stato un viaggio lunghissimo. Forse il suo ultimo viaggio e, se avessero fallito, sarebbe stata la fine per l'umanità.
    Il viaggio a ritroso lo avrebbe portato all'origine, dove tutto era iniziato.
    Il Comandante Noha guidava veloce l'elegante nave spaziale attraverso la costellazione del Cigno, Era a capo della flotta di dieci navicelle della missione “Nuovo Inizio” che lo seguivano a stormo.
    Viaggiava già da due ore spazio-temporali senza dire parola. La missione da svolgere era troppo importante e il silenzio, nella postazione di guida, era tangibile e più significativo di qualsiasi commento.
    Non sarebbe successo ancora.
    Sarebbe arrivato in tempo e stavolta avrebbe cambiato la sorte di Kepler.
    L'androide Moses, che lo affiancava nel viaggio, stava ricalcolando mentalmente la rotta, i segnali magnetici venivano inviati dai suoi circuiti cerebrali direttamente sul navigatore stellare del pannello di comando.
    “Moses, sei certo di ciò che mi stai trasmettendo? C'è un'incongruenza nell'accesso al pozzo temporale fra ciò che hai calcolato tu e la mappa stellare del Grande Eletto”
    Il tono preoccupato della voce del comandante fu captato dal suo compagno di viaggio che, senza emozione, rispose con il suo timbro metallico di avere fiducia nei suoi calcoli e nella programmazione dell'itinerario che era stata fatta prima della loro partenza.
    Noha ripensò al suo antenato, il Grande Eletto, colui che portò in salvo i superstiti della Collisione Maxima che distrusse la Terra e andò a colonizzare il nuovo pianeta.
    Il suo nome era Galileo David; al centro della piazza di Nuova Urbe c'era la sua statua a bordo dell'astronave Intercosmo One; con quel mezzo, ormai rudimentale e il cui cimelio svettava nel Museo Galattico cittadino, aveva attraversato millequattrocento anni luce per portare in salvo i superstiti del pianeta Terra, scampati all'impatto con il meteorite Apophis, sull'unico corpo celeste che ne era il quasi gemello: il pianeta Kepler 452 B.
    Quel lontano proto-viaggio stellare era diventato il mito della fondazione di un neo-mondo nel nuovo pianeta. Nessuno avrebbe potuto mai credere che con le semplici tecnologie di due millenni prima il comandante Galileo sarebbe mai riuscito a condurre in salvo i reduci di quell'apocalisse.
    Eppure la spiegazione era in quelle mappe custodite come una reliquia nella teca del museo.
    A nessuno era mai venuto in mente che, dopo tanto tempo, sarebbero state di nuovo necessarie per tracciare il viaggio della speranza a ritroso, verso la Terra, o meglio ciò che ne rimaneva, per salvare Keplero.
    “Dietro Deneb, al punto di ascensione e declinazione della carta stellata a 84,28° e 01,99° deve trovarsi il cancello temporale lungo il braccio di Orione, esso va imboccato alla stessa velocità della luce con una inclinazione di 85° sulla linea ideale che la congiunge al sole, lì ci troveremo risucchiati dal pozzo temporale che ci spingerà fino all'orbita di Plutone. Spero di non avere sorprese a causa del Bic Rush” rifletté ad alta voce il comandante Nora.
    In duemila anni di studi, quello che era sembrato un tragico impatto fra il meteorite Apophis e la terra, si era invece rivelato ben altro.
    La storia dell'Altro Pianeta, come adesso veniva chiamata la Terra, era tramandata oralmente da padre in figlio: ognuno rievocava, tra le generazioni, i dettagli che la propria famiglia aveva custodito come memoria storica dell'evento che aveva stravolto il destino dell'uomo.
    La grande collisione dell’asteroide Apophis sulla crosta terrestre, aveva determinato lo spostamento dell'asse e dell'orbita del pianeta Terra, con un suo maggiore accostamento al sole.
    L'impatto terrificante, avvenuto nel Pacifico, aveva causato un gigantesco tsunami che, con la forza di centomila bombe atomiche, aveva spazzato via metà continente americano e asiatico. Lo spostamento orbitale aveva completato la devastazione con la progressiva e rapida desertificazione del suolo e l’evaporazione degli oceani, rendendo la Terra sempre più simile a Venere, con un imponente effetto serra che l’aveva resa invivibile.
    A nulla era valso l’allarme della Agenzia Spaziale Mondiale e la successiva spedizione della navetta robotica Amar per deviare l’asteroide dalla sua rotta, né i successivi tentativi con i disintegratori a fusione nucleare posti in orbita attorno alla Terra e puntati contemporaneamente sul meteorite in caduta . Il destino del Pianeta era stato segnato per sempre; la fine era stata decisa quel giorno di Primavera del 2036.
    I governi di tutte le nazioni, avevano rassicurato che lo schianto, l'orribile impatto, non sarebbe avvenuto: era solo una probabilità remota; ma chi aveva avuto paura, temendo che proprio quella probabilità si potesse verificare, era riuscito a salvarsi.
    Per quasi duemila anni si era pensato che le cause dello schianto del meteorite fossero dovute all'aumento del magnetismo terrestre causato dall'inquinamento radioattivo globale, successivo a distruzioni di centrali nucleari, a guerre atomiche, sempre più frequenti nel continente asiatico, e all'incapacità di neutralizzare definitivamente le scorie radiogene che invece si accumulavano inesorabilmente per l'incuria umana. Si pensò che tutto ciò avesse determinato una irresistibile attrazione di Apophis sulla terra, con una deviazione spiraliforme della stessa, fino all'inesorabile terrificante impatto.
    Il Comandante Galileo dalla sua stazione spaziale, sbalzata via dall'orbita terrestre e condannata ad una deriva nel buio cosmico, rappresentava la speranza di quel manipolo di superstiti, che ormai erano condannati come lui a vagabondare nello spazio, finché non fosse terminato l'alimentatore a fusione nucleare della stazione stellare.
    Poi il mito racconta che, qualche tempo dopo, furono risucchiati da due curve temporali in prossimità della via lattea e caddero nel pozzo temporale che li portò fino al pianeta Kepler.
    Qui trovarono le stesse condizioni di vita della Terra, un'atmosfera respirabile e un paesaggio incontaminato, come un nuovo Eden, e riuscirono a creare una nuova comunità che, memore degli errori fatti nell'Altro Pianeta, crebbe in pace, prosperità e progresso e nel rispetto della natura.
    Tuttavia la storia si ripeteva. E stavolta in proporzioni gigantesche e altrettanto tremende.
    Negli ultimi dieci anni era avvenuta una modificazione del clima, perturbazioni, terremoti, cicloni e disgelo dei ghiacciai polari. Ciò era causato da un aumento del magnetismo del pianeta Keplero.
    I simposi mondiali di geologi, astrofisici e matematici avevano finalmente tirato le somme della replica di quella tragedia che si sarebbe consumata allo stesso modo come duemila anni prima sulla Terra. Un pianeta vicino a Kepler si stava negli anni avvicinando minacciosamente all'orbita e se ne prevedeva l'irrevocabile schianto nel giro di un secolo.
    Tutto era dovuto al Big Crush
    L'Universo si stava man mano ritirando, dopo aver raggiunto la massima densità possibile. La materia oscura stava prevalendo e perciò tutto stava rientrando al punto d'inizio, a quel big-bang che aveva originato il cosmo.
    Complessi calcoli astronomici, fisici e matematici avevano stabilito che l'origine del mondo era iniziata in un punto ben preciso: incredibilmente, il Sole rappresentava il nucleo originale di quella esplosione creativa; da lì l'universo si era espanso fino al limite della sua possibile densità e, proprio duemila anni prima, aveva incominciato a ritirarsi attorno al proprio astro primordiale, contraendosi nelle zone dapprima più vicine, come in un gorgo di uno scarico di una tubatura, fino a coinvolgere quelle più lontane.
    Quel pianeta che minacciava di collidere con Kepler era semplicemente e irresistibilmente attratto dal centro di quel gorgo, dal cuore del sistema solare. Tutto l'universo si sarebbe ricompattato attorno a quel nucleo infuocato, attorno a quella nana gialla che per millenni aveva riscaldato la Terra e ne era diventato anche la causa della sua estinzione. Quel sole che altro non era se non il cuore del primordiale Big Bang.
    E adesso, in quella lenta agonia dell'universo, esso diventava il polo che attraeva nel suo impatto mortale tutti gli astri, dal più vicino al più remoto, per chiudere il cerchio della vita nel nulla.
    Lo scopo del viaggio del comandante Noha era di ricreare un nuovo big bang andando a colpire il centro del nucleo primordiale con un fuoco incrociato di missili nucleari lanciati all'unisono con le altre dieci navette.
    Ogni equipaggio sapeva che non ci sarebbero state probabilità di ritornare a casa, ognuno probabilmente sarebbe morto con l'orgoglio di aver salvato il proprio pianeta.
    Imboccarono il pozzo temporale, il comandante vide la distorsione dei corpi celesti che sfioravano la navicella senza colpirla, il motore a curvatura aveva retto ad ogni condizione cosmica ed anche in quel budello di materia oscura, resisteva perfettamente alle onde spazio-temporali. Furono risucchiati nel giro di pochi secondi in cui trascorse tutto lo spazio di millequattrocento anni luce.
    Alla fine del salto spaziale si ritrovarono vicino all'orbita della Terra.
    Era incredibile ciò che videro sulla mappa astronomica, che la mente robotica di Moses rielaborava sugli schermi: i due pianeti Venere e Terra condividevano la stessa orbita ed erano quasi fusi insieme e pericolosamente vicini all'orbita di Mercurio che era ulteriormente più vicino al Sole che, nei millenni, era diventato molto più piccolo delle dimensioni di una nana rossa
    Il comandante Noha diede il comando allo stormo delle navicelle di prepararsi per il fuoco incrociato. Ad una ad una le navicelle raggiunsero i punti concordati secondo le istruzioni di Moses,
    Il Comandante Noha aveva dato istruzioni dettagliate sul momento esatto di lanciare i missili interorbitari atomici cosmici e al cui interno era presente idrogeno ed elio già avviati in nucleosintesi e e con acceleratori di particelle per riprodurre e innescare un nuovo inizio.
    L'impatto contemporaneo dei missili atomici sulla superficie della nana rossa fece esplodere l'astro con un energia che riprodusse le stesse circostanze primordiali del big bang. L'Universo ricominciò ad espandersi, le navette furono disintegrate dall'impatto e, a millequattrocento anni luce di distanza, l'Osservatorio astronomico mondiale registrò il primo movimento di indietreggiamento del pianeta che incombeva su Kepler.
    Il mito si era riproposto di nuovo, il viaggio cosmico di Noha era riuscito a ripercorrere il viaggio del grande Eletto. A fianco alla statua di Galileo David, comparvero quelle degli undici comandanti dello stormo “nuovo inizio”.
    Il pianeta era salvo, l'umanità poteva continuare a vivere.
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    complicatrice

    Group
    Administrator
    Posts
    3,476
    Location
    aliena decisamente

    Status
    Anonymous
    10618 caratteri
     
    Top
    .
  3. MyaMcKenzie
     
    .

    User deleted


    Complimenti per la fantasia, MioAlterego... che super-paroloni ti sei inventata, molto credibili tra l'altro.
    Mi sono persa nello spazio cosmico insieme a Noha.
     
    Top
    .
2 replies since 20/9/2017, 20:08   80 views
  Share  
.