Olimpiadi Letterarie

Uno (40 e più corsivi)

Gruppo Quadri - Monologo

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    Vessatore di pterodattili

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    Uno (40 e più corsivi)

    Io sono Uno.
    Uno non ha sinonimi: è nozione di se stesso.
    Uno è materia celeste, perché Dio è Uno e Uno è Dio.
    Nesso logico inattaccabile: Io sono Dio.
    Vi hanno detto fin da piccoli che il divino è Amore: falso.
    Se davvero amassi, non prenderei le vostre vite con tanta leggerezza, con un semplice gesto, un effimero tocco del dito indice. No, Io non amo. Odio. Detesto, disprezzo, spregio, ma non amo. Non puoi amare e recidere esistenze, non sono due aspetti compatibili dell’animo umano, neanche per Me.
    Mi domandate perché, cos’abbiate mai fatto nei Miei confronti per meritarvi un tale vivido rancore: la risposta è nulla. Non è una questione personale, o d’egoismo, né d’ideologia. È una questione di concetto.
    Non Mi curo né interesso delle vostre miserabili vite, non M’importa chi siate, se giovani o vecchi, se uomini o donne, né Mi fa differenza il colore della vostra pelle o la religione che praticate.
    Facile considerarmi iniquo, ma soppesate gli assunti: Io-NON-faccio-DISTINZIONI.
    A differenza di tutti voi, nel bene o nel male, Io non discrimino. Una vita è una vita, il resto è contorno.
    Vi hanno detto che Dio è misericordioso: falso.
    Io non provo pietà. Non vi è alcuna differenza nel togliere il respiro a un uomo mentre cena con la sua famiglia o a un bambino che gioca nel giardino di casa. Per Me è la stessa identica cosa, l’unica variabile una decina di coefficienti per voi incomprensibili.
    La domanda a questo punto diventa: si può odiare una creatura innocente? Detestarla al punto da spezzarne l’esistenza così, d’improvviso, senza una ragione apparente, con una simile, fredda crudeltà?
    La risposta è .
    L’odio non ha a che vedere con l’interazione emotiva; Io-NON-vi-CONOSCO, non M’importano i vostri nomi, né cosa abbiate fatto col dono della vita fino a quel giorno, quell’ora, quel minuto, quel singolo secondo. Vi odio per il semplice fatto che state dall’altra parte di questa immaginaria barricata. Vi odio perché senza odio non potrei essere quello che sono. Non potrei recidere il filo di Lachesi, quell’esile, insignificante tratto di seta cui siete così ferocemente aggrappati.
    Vi odio per il semplice fatto di sapervi il Mio perfetto opposto.
    Vi hanno detto che Dio è il Creatore: falso.
    Io non creo, distruggo. Creare significa innovare, non accontentarsi di quanto già si possiede: Io non ho bisogno di cambiare, di modificare nulla in questa esistenza che giudico adeguata alle Mie personali aspirazioni. Vivo una quotidiana forma di attesa del momento, respiro dopo respiro, prima di liberare la Mia silenziosa rabbia.
    E punire.
    Distruggere.
    Togliere senza restituire.
    L’odio non ha mai costruito nulla, pure Io esisto, grandioso e impeccabile: l’odio ha costruito soltanto Me. Niente dona vigore, energia, come l’abbattere quanto da voi pazientemente eretto, con cura e dedizione. Questo è il Mio unico soldo e la ragione per la quale proseguo, da che ho memoria, nel Mio sacro compito.
    Vi hanno detto che Dio si nutre di ambrosia: falso.
    M’ingozzo a piene mani del vostro terrore. Tracanno la vostra inquietudine, guardandovi di lontano; divoro il parossismo, il panico, per poi gustare in misurate porzioni quel tremore che vi prende le mani, le viscere, e spesso i tratti del volto. Sorseggio in delicate dosi il pulsare più forte della vena alla tempia, quella goccia di sudore che scende nel collo del vestito.
    L’odio e la paura sono combustibile per l’ego, un ego smisurato, un coacervo di pulsioni che non saziano a lungo il Mio formidabile appetito. Io-NON-mi-ACCONTENTO.
    Vi hanno detto che Dio è in tutti i luoghi: vero.
    Il Mio elemento sono i prati, i boschi, le montagne, le sabbie, le nevi, persino i fiumi. Il Mio elemento sono le città che amate costruire, grandi o piccole, sono i grattacieli e le stamberghe, le guglie, i più umili terrazzi.
    Difficilmente Mi scorgerete, poiché non bastano due occhi attenti o uno spirito inventivo per cogliere la Mia presenza: siete così distratti dalla vostra misera vita da non avere attenzione per altro, nient’altro che la felicità terrena, così tanto anelata, senza immaginare che potete perdere tutto tra un battito di cuore e il successivo; ed Io, con viscerale soddisfazione, incarno quell’atavica angoscia.
    Mi temete nel modo in cui si teme l’ignoto, gli incubi o la malattia. E così vi affannate nei vostri modesti ripari, vi stringete gli uni agli altri per farvi forza. Vi nascondete in modi volta a volta più fantasiosi, persino sotto la madre terra, nella vana speranza di sfuggire alla Mia attenzione.
    Ma l’odio dona un’arma immane che è la pazienza: Io-NON-ho-FRETTA, e vi aspetterò tutto il tempo che occorre.
    Usate persino il buio, l’oscurità, confidando di celarvi alla vista, ma la notte è la Mia culla e non ha per Me segreti.
    Così latrate un dolore che non Mi riguarda, maledicendo un’entità celeste che non v’ascolta, senza sapere che sono qui, affatto lontano, a guardarvi spendere il tempo che vi concedo in gesti e cure verso coloro che chiamate cari. Il tempo Mi appartiene: ogni ora, ogni minuto, ogni singolo secondo che elargisco è un dono disinteressato, un atto di evergetismo per il quale non ringrazierete mai.
    Vi osservo col Mio unico occhio affaccendarvi in quotidiane mansioni, speranzosi che Io sia solo un brivido nel vento, una voce, un’illusione. Che Io esista solo nei vostri pensieri. Giurereste che sono muto e astratto, ma la Mia circostanziata parola vi induce alla fuga come disordinati armenti, il Mio castigo invariabilmente si appropria del vostro respiro, della vostra anima.
    E allora cadete, prostrati.
    Distesi su terra e fango, erba o acqua, col volto fin immerso nella mota per adorarmi, tributarmi eterna e incondizionata devozione: Miei per sempre. Pure, se anche questo Mi dona una breve e fugace soddisfazione, l’odio ritorna più forte di prima assieme al bisogno di nutrirmi ancora, di esigere un nuovo tributo.
    L’odio è come la fame: in buona misura insaziabile.
    Mi chiamate spietato, ma non lo sono. Efficiente, metodico, impeccabile: Io-NON-sono-CRUDELE. Crudele è questa società che avete costruito, da millenni, una società della quale sono inevitabile specchio.
    Siete il Mio gioco malato e l’unica ragione per la quale ritengo di esistere.
    Posso allontanarmi o guardare altrove, ma in fondo sapete che tornerò sempre e comunque, che Mi ricorderò di voi. E sperate ogni volta che il Mio umore non sia tetro, che limiti il Mio arbitrio per definizione sconfinato a una fugace apparizione. Perché sono il vostro dio, e in questa vita non ne avrete un altro al di fuori di Me.
    La Mia parola è il sibilo, la Mia rabbia è tempesta.
    Io sono Uno, e guardo con tutto il Mio odio il vostro formicolare affaccendato, tra le pieghe di questo mondo che non Mi ha mai voluto.
    Inizierà la guerra e con essa la Mia sacra missione. Occhi chiusi, occhi aperti, e guarderò bruciare case, campi, strade e corpi, in un solo e magnifico momento, prima di cominciare l'opera: suonare la Mia canzone, cercandovi tra il fumo e i lamenti, con implacabile fame di vita.
    Non importa chi sarete, se uomini, donne, bambini: scriverò ogni nome, quale che sia, con un segno sul Mio strumento d’orchestra. Tacche, fino a che ci sarà spazio: quaranta e più corsivi.
    Più di tutto, non avrò rimpianti.
    Io sono il Cecchino.

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  3. Joyopi
     
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    Bel monologo, scritto bene e molto "dark". Questa caratterizzazione mi piace, come ho apprezzato l'idea del Soggetto... :)
    Quello che mi è piaciuto meno è il finale, in particolare le ultime due frasi. È soggettivo, ma avrei chiuso in maniera diversa, più d'effetto. Un altro difettuccio, se proprio vogliamo, sta nella lunghezza. Io ho chiuso con meno caratteri (pur consapevole della penalità) perché un monologo, non portando avanti l'azione per definizione, se troppo lungo rischia di risultare un po' ripetitivo. Però non è colpa tua, credo sia più colpa di dover entrare nel limite minimo.
    In definitiva mi è piaciuto.
     
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    Vessatore di pterodattili

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    Ti ringrazio.

    La critica è più che giustificata: sono partito da un pezzo preesistente, lungo meno della metà, e ho allungato il brodo per arrivare al minimo sindacale dei caratteri.
    La chiusa non è il massimo, avrei dovuto modificarla rispetto all'originale. In ogni caso sarei molto curioso su un'alternativa, se ti va di proporla.
     
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  5. caipiroska
     
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    Ciao Fante Scelto,
    Che incazzatura Suprema! Spero che tu conosca anche il modo per ammansire l'Altissimo o sono c**** amari!
    Ma per me è stata una lettura piacevolissima: strappi le speranze una alla volta senza pietà alcuna, con rabbia profonda senza essere scurrile.
    Dio che inveisce contro gli uomini, ma ce lo meritiamo alla grande e questo sfogo ci sta tutto.
    Bravo davvero!

    P.s.: c'è qualcun altro che ha scomodato le Alte Sfere.
    Ragazzi, siete meravigliosi!
     
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    Vessatore di pterodattili

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    CITAZIONE (caipiroska @ 22/9/2017, 00:42) 
    Ciao Fante Scelto,
    Che incazzatura Suprema! Spero che tu conosca anche il modo per ammansire l'Altissimo o sono c**** amari!
    Ma per me è stata una lettura piacevolissima: strappi le speranze una alla volta senza pietà alcuna, con rabbia profonda senza essere scurrile.
    Dio che inveisce contro gli uomini, ma ce lo meritiamo alla grande e questo sfogo ci sta tutto.
    Bravo davvero!

    P.s.: c'è qualcun altro che ha scomodato le Alte Sfere.
    Ragazzi, siete meravigliosi!

    Ciao caipi, ti ringrazio molto; in realtà non è proprio Dio, più che altro uno che si crede tale. :P

    Però sì, quando ho letto che qualcun altro aveva scelto lo stesso settore coreografico mi è sembrato una divertente combinazione. :D
     
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  7. Mioalterego
     
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    Trovo molto arrogante fare un monologo impersonandosi nell'idea che soltanto l'autore ha di "dio", attribuendogli emozioni che sono lontanissime dal credo religioso. Non voglio fare qui una "lezione" di religione, ma le emozioni, attribuite all'entità descritta nel racconto, sono di tipo negativo e credo che la narrazione sarebbe stata molto più efficace se tali "pensieri" fossero stati espressi dal diavolo e non come invece è stato descritto.
    Trovo tutto al limite della blasfemia, non ho trovato divertente leggere il racconto, ma addirittura fastidioso.
    Riguardo alla scrittura, è ben scritto con una sufficiente padronanza della grammatica, ma la tematica dell'odio, attribuita all'essere divino per antonomasia, è proprio fuori tema e non si può giustificare con alcuna licenza d'autore. Mi dispiace, ma spero che l'autore capisca che ritengo il racconto non efficace perchè ha tirato troppo la corda all'estremità dei sentimenti totalmente opposti a quelli che si attribuiscono (anche da atei) ad un dio creatore.
     
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    Vessatore di pterodattili

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    Ehm... Temo di non aver capito la critica perché temo non si sia capito che chi parla NON è certamente Dio.
    E' un uomo, un cecchino, un guerriero, un terrorista, vedetela come volete. Un invasato che si crede una divinità perché avere tra le mani un fucile di precisione può dare un certo senso di onnipotenza (se non si prova non lo si può capire).

    Se avevi frainteso questo aspetto la colpa è mia che non l'ho espresso nel modo adeguato, ma ti chiederei di provare a rileggerlo immaginando che chi parla sia un killer armato di fucile da cecchino: sono convinto che la prospettiva cambierà completamente.

    A parte questo, molta letteratura fantasy e mitologica ha già presentato divinità completamente malvagie in tutte le salse, quindi non vedo il problema dell'accostamento divino--malvagità.
    La voce parlante non fa necessariamente riferimento al Dio cristiano, anzi, fa un miscuglio di riferimenti veri e inventati.

    A voler essere pignoli si potrebbe anche ricordare che il Dio cristiano/ebraico ha chiuso un mare sopra gli Egiziani e fatto altre cose un po' pazzerelle.
    Lo dico da credente, beninteso.
     
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  9. Mioalterego
     
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    ok, chiedo venia. alla luce di ciò che hai detto, ho preso una cantonata. pardon, ma non lo rileggerò perchè, putroppo, non è nelle mie corde.
     
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8 replies since 20/9/2017, 22:20   80 views
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