Olimpiadi Letterarie

Una vacanza insolita al Grand Metropolitan

Gruppo di Cuori, genere fan-fiction

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    OL-Veterani
    Posts
    501
    Location
    Trento

    Status
    Offline
    Sophie Blanchard era arrivata al Grand Metropolitan un sabato mattina di fine estate carica di bagagli e aspettative. Dalla morte prematura del suo secondo marito Richard, Londra era diventata un vero mortorio e sentiva il bisogno di cambiare l’aria. Quale località migliore di Brighton per lenire le sue ferite?
    C’era qualcosa in quel luogo mondano che la attirava come il miele le api. Come tutto l’universo femminile del resto. Le donne amavano esibirsi e il Grand Metropolitan era la passerella per eccellenza per chiunque desiderasse ostentare la propria ricchezza e il cattivo gusto.
    Sophie però era diversa o almeno credeva di esserlo. Che avesse deciso di passare il suo primo weekend da vedova proprio lì non lo poteva attribuire a un motivo così banale. Non era il lusso che inseguiva anche se, bastava uno sguardo attento al suo abbigliamento curato, ne era avvezza.
    La ragione del suo improvviso viaggio era un’altra e all’apparenza molto più semplice: una lettera. Non però una lettera qualsiasi, di qualche amante respinto o di un amico che abita lontano, bensì una lettera dal contenuto singolare e all’apparenza indirizzata a Sophie per sbaglio. Il mittente, una certa Célestine con la quale aveva solo le origini francesi in comune, chiedeva di vederla con urgenza. Era in guai con la giustizia e la supplicava di accorrere immediatamente in suo aiuto.
    In un primo momento Sophie pensò che si trattasse di una burla. Di lettere simili ne riceveva a bizzeffe da quando il suo povero marito aveva tirato le cuoia. Stava per buttare via la lettera quando, mentre riponeva il foglio riempito da una scrittura femminile incerta, l’occhio le cadde su un particolare che non aveva notato subito. Dentro c’era un altro foglio spiegazzato, un trafiletto del giornale locale che parlava di una disgrazia avvenuta tra le mura del rinomato Grand Metropolitan: un furto clamoroso di gioielli di inestimabile valore.
    Per Sophie Blanchard, una vedova arzilla di cuore infranto, fu un colpo di fortuna inaspettato. Quando mai le sarebbe capitato di nuovo di poter respirare un’atmosfera misteriosa in una località balneare da sogno? Aveva fatto subito le valigie e si era precipitata sul primo treno in partenza.
    Ora, al tramonto, mentre sorseggiava sul terrazzo un buon rosso, osservava con attenzione gli ospiti presenti chiedendosi quale aspetto potesse avere tale Célestine e come avrebbe potuto fare per dimostrare la sua innocenza. E poi quella domanda, il vero tarlo del dubbio: chi era quella donna e per il quale motivo si era rivolta proprio a lei?
    «Che bel cielo, non trova?» una voce maschile proruppe all’improvviso e la fece sobbalzare nella sedia distogliendo il suo pensiero fisso dall’articolo di The Daily Mail.
    «Come, scusi?» domandò Sophie appoggiando lentamente il calice sul tavolo e si alzò per andare incontro al nuovo arrivato. Una grossa macchia rossa dipingeva sulla camicia bianca di seta un cuore dai contorni incerti.
    «Il tramonto, non lo trova magnifico questa sera? Ha qualcosa di poetico.»
    Sophie squadrò l’uomo. Aveva un vestito da sera beige, la camicia azzurra era aperta sul petto, una mano toccava il bordo del cappello a mo’ di saluto. La faccia non le era nuova.
    «Ci conosciamo?» saltò i convenevoli e passò subito al dunque. Odiava essere importunata dagli estranei.
    «Non credo, signora. Lasci che mi presenti: capitano Arthur Hastings, al suo servizio!»
    Il cognome suonava familiare. Dove l’aveva già sentito?
    «Sophie Blanchard.» disse abbassando il capo mentre le labbra dell’uomo toccavano la sua mano nel segno di riverenza.
    «Cosa la porta al Grand Metropolitan?»
    «Una piccola indag… — Scusi, ha sentito parlare del furto di gioielli della signora Opalsen, moglie di quel ricco industriale pelato? Sono alloggiati nella suite royale. Hanno accusato una povera donna e io vorrei scagionarla da ogni accusa perché mi ha scritto una lettera. — ehm… vacanza. E lei?»
    Non poteva certo dirgli la verità. Qualsiasi persona normale l’avrebbe presa per pazza.
    «Un viaggio di piacere con un amico. Non sta bene, povero.»
    «Mi dispiace, capitano. Cos’ha? È malato?»
    «Diciamo di sì, è piuttosto depresso. Non risolve un caso da ben sei mesi, poverino.»
    «Ah, è un matematico?»
    «Cosa? Per bacco, no! Ha mai sentito parlare del famoso Hercule Poirot?»
    Sophie fece le spallucce. Non conosceva la gente al di fuori dal jet set. Si sarebbe ricordata di aver incrociato un uomo dal nome così buffo.
    «Ma sta scherzando, vero? Non conosce il miglior detective di tutta l’Inghilterra? È un sacrilegio, cara signora!»
    La vedova Blanchard non poteva mentire. Si fosse trattato di un attore, non avrebbe esitato: li conosceva tutti. Da brava donna non aveva mai avuto a che fare con le forze d’ordine. Aveva però sentito parlare di una certa Miss Marple, piuttosto brava a scovare i criminali. Si guardò però bene dal dirlo a voce, per paura di offendere il capitano.
    «Ha ragione, sa — fu lei a interrompere per prima il silenzio imbarazzante — questo tramonto ha qualcosa di molto speciale.»
    Tacquero per qualche istante, entrambi estasiati dall’incantevole vista sul mare, poi, ognuno assorto nei propri pensieri, si salutarono con un cenno del capo. Il capitano rientrò nella grande sala dove aveva lasciato il compagno del viaggio a combattere con i suoi fallimenti e la vedova rimase a contemplare la bellezza della sera pensando all’enigma della lettera che doveva ancora risolvere.


    L’indomani, a colazione, due amici discutevano animatamente. Sophie aveva riconosciuto subito il più alto dei due. Era il capitano gentile di cui aveva fatto la conoscenza la sera prima. L’altro, il basso, con dei baffi pronunciati e curati (i dettagli del genere non potevano passare inosservati a una donna con una vista aguzzata come la sua) doveva essere il suo accompagnatore, il noto detective. Dal tono concitato dedusse che la mattina non aveva iniziato nel migliore dei modi. Un’ombra oscura attraversava il volto di Arthur Hastings.
    «Ricapitoliamo, mon ami, la polizia è convinta che la collana di perle, il braccialetto di diamanti, l’anello con due rubini di Siberia, siano stati rubati dalla stessa persona: la cameriera personale della signora Opalsen, mademoiselle Célestine, n’est-ce pas
    Al sentire quel nome Sophie raddrizzò la schiena e si concentrò sulle parole che arrivavano nella sua direzione con chiarezza. Parlavano della donna della lettera. Avrebbe dovuto accennarne il contenuto con il buon capitano?
    «L’ispettore non ha dubbi. La ragazza ha pianificato tutto sin da quando si era fatta assumere dalla signora Opalsen, che tra l’altro nutriva una gran fiducia nella giovane. Si sente ora tradita, povera. È molto scossa.»
    Il capitano Hastings non amava la gente come Opalsen, che anteponeva il lusso a tutto il resto. Tuttavia, sin dalla prima volta in cui aveva incontrato la donna, si era fatto conquistare dalla sua bellezza giunonica e dal modo di fare gentile e rassicurante.
    «L’ispettore ha sbagliato, mon ami. Non è stata la cameriera. Non poteva essere la cameriera e io, il grande e immenso Hercule Poirot, glielo dimostrerò. Allez-y! Vite
    «Ma se non ho ancora finito di mangiare!» protestò il capitano. Se da un lato era deluso di dover lasciare il piatto a metà, vedere il vecchio Poirot pieno di energia lo rincuorò.
    «Non c’è tempo da perdere, mon ami. Il vero ladro potrebbe presto lasciare l’Inghilterra.»
    «Quindi, ha capito con chi abbiamo a che fare? È certo al cento per cento?»
    «Ma bien sur, mon ami! Per chi mi ha preso? Per un novellino?»
    «Ma no, Poirot… che cosa dite? La mia è una curiosità eccessiva, ecco… lei sa quel che fa… giusto?»
    «Ma certo amico mio, che osservazione stupida. Vite! Dobbiamo perquisire subito la stanza della mademoiselle Célestine!«
    «Non so, veramente Japp l’ha già fatto. Hanno anche trovato la collana, Poirot. La ragazza è stata arrestata. È tardi ormai…»
    «Mon Dieu, cosa avete fatto Hastings parbleu
    L’uomo con i baffi si alzò dal tavolo, indignato.
    «Voi avete dubitato delle mie coraggiose cellule grigie…»
    «Ultimamente, siate sincero, non erano proprio al massimo delle forze…»
    «Cosa? Ma come osate, Hastings? Io vi consideravo amico, e voi… traditore!«
    «Ma che cosa dite, Poirot? Dovete arrendervi davanti all’evidenza… sono sei mesi che non concludete… insomma….«
    «Non è vero! Bugiardo! Non mi siete più amico! Vi dimostrerò che vi sbagliate! Acchiapperò il vero ladro! Mademoiselle Célestine, la mia connazionale, sarà libera!»
    «La signorina veramente è francese…»
    «Pensa che non sappia chi sono? Traditore!»
    «Poirot, aspetti… dove va? Non correre!»
    «Parbleu…»
    L’uomo basso procedeva a passo rapido seguito dal capitano Hastings. Nessuno dei due si accorse della vedova Blanchard che non li perdeva di vista nemmeno per un istante.
    «Se il Maometto non va alla montagna, la montagna andrà dal Maometto!» esclamò fiduciosa. Forse non aveva la stoffa per fare indagini da sé, però bastava seguire le tracce di quel detective dal nome insolito per capire chi e perché aveva incastrato quella Célestine.

    «Poirot, datemi retta amico. È tardi ormai. Non possiamo entrare nella stanza della ragazza con forza, è contro la legge. Japp ha già arrestato la vera responsabile…»
    Poirot non lo ascoltava, armeggiava con la porta che dopo un rumore distinto si spalancò.
    «Voilà!» i grandi occhi neri del belga brillarono come le braci.
    «Poirot, questo è uno scasso bello e buono, se ne renda conto?»
    «Shhh, mon ami… ci vuole il metodo giusto, ricorda? Vediamo un po’, cosa abbiamo qui…»
    «Non ne voglio sapere! Non voglio essere il suo complice! Poirot, che cosa fa? Noi non siamo i ladri… Poirot… amico…»
    «Hastings, Japp non ha visitato la stanza attigua, vero? Che errore grossolano!»
    «Non ci vive nessuno, è chiusa a chiave. Non scasserà anche quella porta, vero?»
    «Però bien sur, mon ami… È li che si erano nascosti…«
    «I complici di Célestine?»
    «Non ha capito niente, come sempre Hastings!»
    «Poirot, è la violazione del domicilio…»
    Il belga non lo ascoltava. Era entrato dentro e ispezionava ogni angolo con dovuta meticolosità. Da una distanza di sicurezza la vedova Blanchard seguiva con grande curiosità ogni passo di entrambi.
    «Lo sapevo! — esclamò soddisfatto — Che ti dicevo, mon ami! È proprio come pensavo. La stanza non è stata spolverata. Hanno lasciato i segni dappertutto. Poi, il talco, che mossa stupida!»
    «Il t-a-l-c-o?»
    «Ma certo Hastings! Non capisce? Il meccanismo è piuttosto semplice…»
    «Temo di non seguirla. Sta chiaramente perdendo il lume della ragione!»
    Poirot negò con la testa, evidentemente stanco di doversi spiegare ogni volta.
    «Non ci sto capendo più niente, Poirot!»
    «Nemmeno io!» gridò la vedova Blanchard nascosta fuori dalla stanza. Capiva solo che non era stata Célestine. Il resto non le importava.

    Edited by violaliena - 21/9/2017, 00:31
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    complicatrice

    Group
    Administrator
    Posts
    3,476
    Location
    aliena decisamente

    Status
    Anonymous
    10720 senza i corsivi
     
    Top
    .
  3. Fabrizia
     
    .

    User deleted


    Emyyy! Mannaggia, e adesso come faccio a sapere chi è stato? Mi hai incuriosita parecchio. Mi è piaciuto il tuo stile, insomma mi hai dato l'idea di essere un Agatha Christie dei nostri tempi!
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    OL-Veterani
    Posts
    501
    Location
    Trento

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Fabrizia @ 21/9/2017, 17:24) 
    Emyyy! Mannaggia, e adesso come faccio a sapere chi è stato? Mi hai incuriosita parecchio. Mi è piaciuto il tuo stile, insomma mi hai dato l'idea di essere un Agatha Christie dei nostri tempi!

    Ho giocato volutamente sulla confusione! Sono cresciuta leggendo la zia Agatha, e mi è venuto in mente che potevo scrivere la fan fiction (premetto che non è un mio genere abituale) che avesse per protagonista un Poirot che ha perso il tocco, diciamo un po' smemorato. Sono contenta che ti sia piaciuto!
     
    Top
    .
  5. Blacksteam
     
    .

    User deleted


    Ciao Amy, Bello il racconto, mi piace lo stile che hai usato, scorre bene ed è piacevole da leggere. L'uso del francese per identificare i dialoghi di Poirot ci sta, un utilizzo eccessivo dell'espressione Mon ami l'ho notato, se sogli un po' di quelli va benissimo. Confesso che c'è stato il momento in cui volevo capire a cosa ti eri ispirata per la FF ed è stato bello vedere un classico come Poirot usato per il racconto. Brava.
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    OL-Veterani
    Posts
    501
    Location
    Trento

    Status
    Offline
    Ciao Blacksteam! Scusa, mi sono scordata di risponderti. Grazie! Sì, forse avrei potuto diminuire le volte in cui ho usato mon ami, però da un'affezionata a Poirot, sono cresciuta leggendo la zia Agatha, mi sono lasciata prendere la mano :lol: Sono contenta che ti sia piaciuto il racconto!
     
    Top
    .
5 replies since 20/9/2017, 22:59   81 views
  Share  
.