Olimpiadi Letterarie

BASTAUNABUSTA

1 - DALCAPA - GIALLO/BUSTA

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  1. dalcapa
     
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    Basta una busta per mandarmi in bestia. Una busta, di qualsiasi tipo. Quelle della spesa, per esempio. Quelle ben chiuse, appiccicate, che non si aprono neanche a morire e intanto la coda, alla cassa, si allunga e ti agiti e il sudore, il sudore comincia a colare.
    C’è il trucco, direte, basta inumidire i polpastrelli, una leccatina e poi magia, la busta sotto le vostre dita che si apre. Credete non lo sappia? Il problema è che con me non funziona.
    Mi son fatto cancellare le impronte digitali, i miei polpastrelli lisci come la pelle di un neonato. L’ho fatto per via del mio lavoro. Non posso permettermi di lasciare in giro impronte.
    È illegale, direte voi. Illegale sono le cose che persone come voi fanno e per le quali altre persone illegali come voi mi fanno indagare, per vie traverse, niente pubblicità, niente polizia, niente di niente. Io indago, ma non esisto. Investigatore privato, molto ma molto privato.
    E odio le buste, una vera fobia. Una volta ho partecipato a un gioco a quiz. Stravincevo, ero ormai alla fase finale e lui, quel pirla di un conduttore: Vuole la busta numero uno, numero due o… Al tre ero già fuori dallo studio, madido di sudore e incazzato, incazzato nero, perché basta una busta per mandarmi in bestia, figuriamoci tre.
    E ora immaginatevi come mi sono sentito stamattina quando sono stato svegliato da un rumore, il rumore inconfondibile di una busta infilata sotto la porta di casa. Occristo, peggior risveglio non poteva capitare.
    Mi sono alzato, le ciabatte, dove cazzo sono le ciabatte? Sì, anche noi investigatori privati ci mettiamo le ciabatte. Poco romantico? Cos’è? Pensavate che andassi a letto con impermeabile, cappello sugli occhi e scarpe ai piedi? Sì, certo, e magari lente di ingrandimento in mano.
    Mi spiace, ma guardate troppi film gialli. E vi dirò di più. Una volta trovate le ciabatte, dopo breve investigazione, erano sotto il letto, le ho messe e poi sono andato a pisciare. Sì, noi investigatori pisciamo, e facciamo anche altro, in bagno, incredibile, vero? Entro nei dettagli? In fondo sono un investigatore e i dettagli sono fondamentali. Parliamo di odori, consistenza, colore?
    Come? La busta? No, non l’ho dimenticata. Ma odio le buste. Cerco solo di rimandare il più possibile l’arrivo davanti alla porta di ingresso. Va bene, salterò allora la parte relativa al bagno, la colazione, la posta elettronica, il dar da mangiare al gatto, sono un investigatore e quindi ho un gatto, le notizie ANSA e lo sguardo perso fuori dalla finestra. Cristo, piove, dovrò mettere l’impermeabile. Odio l’impermeabile, fa così, così investigatore privato. Ed eccomi davanti all’ingresso. La porta. E sotto, che spunta, la busta. Odio le buste!
    La guardo, mi guarda. Sì, la busta mi guarda, va bene? E vi dirò di più, ne sento il respiro, sento che sta trattenendo la sua sadica risata. È come i cani. Sente la mia paura e la mia paura è la sua forza. Mi guarda, sogghigna e già si sente più forte di me. Bastarda!
    Va bene. Accetto la sfida. Mi avvicino. È una busta marrone, spunta da sotto la porta per metà. Mi chino e faccio per prenderla, ma è incastrata. Merda. Non va né avanti né indietro. Tiro con più forza e vengo sorpreso dal rumore di piccole, piccolissime esplosioni.
    Merda!
    È una busta di quelle imbottite, di quelle che all’interno hanno la plastichina a palline, quella usata per imballare gli oggetti fragili. Io la adoro la plastichina a pallini. È il mio antistress preferito. Prendo la plastica e comincio a schiacciare pallino per pallino, uno alla volta. Plock, plock, plock. Potrei passare giornate intere, così. A volte, se ho altro da fare, la strizzo come fosse uno straccio. Ploploploploploplock! Che godimento, quasi un orgasmo.
    Ploploploploploplock!
    E ora, ecco il potere di una busta: quello che è il mio antistress preferito, il massimo godimento, al suo interno diventa l’esatto contrario. Stress, stress allo stato puro. Ma chi è quel deficiente che infila una busta imbottita sotto una porta. Non ci passa, ovvio. Sarà Rino il fattorino. Fatto Rino. Va bene, potevo risparmiarvela, ma di fatto, uno che ti infila una busta imbottita sotto la porta, non può che essere strafatto. Me lo immagino a consegnare un’enciclopedia illustrata a dodici volumi. Strapperà foglio per foglio per farlo passare sotto la porta.
    Come va il lavoro?
    Eh, quasi finito. È da un mese che sono in ballo con una consegna.
    Sì, lo so, ora le enciclopedie viaggiano su CD. Beh, merito di Rino il fattorino!
    Insomma. La busta è incastrata. Non va né avanti né indietro. La analizzo da più vicino. Anonima. Almeno per la parte e il lato visibili. Provo a piegarla molto ma molto lentamente. Sono steso a terra. Una piccola torcia nella mano sinistra, una pinzetta nella destra e ciabatte ai piedi. Per quel poco che vedo nemmeno sotto c’è traccia di scrittura.
    Chi può averla mandata? È una busta imbottita. Perché una busta imbottita? Conterrà qualcosa di fragile? O forse un piccolo congegno che deve scattare all’apertura? Esplosivo. Faccio scorrere a mente gli eventuali nemici. Quali sono le ultime indagini che ho fatto? Ho pestato i piedi a qualcuno di importante? Qualche cliente deluso? Non mi viene in mente niente.
    Un nuovo lavoro? Dovrei cercare di aprirla. Ma l’idea dell’esplosivo non mi abbandona. Se chiamo gli artificieri, la fanno esplodere. Che poi che senso ha far esplodere una busta esplosiva? Quello posso farlo da me, anche senza artificieri. E poi la porta? Chi mi ripaga la porta? Per non parlare della mia copertura. Mi immagino già la sfilza di domande.
    Scusi, lei che lavoro fa? Come mai una busta esplosiva? Ha idea di chi potrebbe averla mandata? Dove ha comprato quelle ciabatte?
    Sono in una fase di stallo. Odio le fasi di stallo. Avrei bisogno di una plastichina con i pallini da scoppiare. Senza pensarci schiaccio delicatamente la busta. Plock. Ah…! Sto già meglio. Plock, plock, plock.
    Ha una chiusura autoadesiva. Cerco di sollevarla appena appena e provo ancora a tirare la busta verso di me. Plock, plock, plock.
    D’improvviso un rumore. Qualcuno cerca di entrare. Fa forza sulla maniglia. Non faccio in tempo ad alzare lo sguardo che una botta terribile sulla testa mi fa perdere i sensi. Prima di svenire piccole esplosioni. Plock, plock, plock.
    Riapro gli occhi. Sono steso sul letto, la testa mi gira. Nelle orecchie l’eco dei plock. Mi guardo intorno. Non c’è nessuno, ma subito capisco. Ai piedi non ho più le ciabatte. Guardo a fianco del letto, nella stanza. Niente. Mi alzo, barcollo un po’. Guardo nelle altre stanze. Niente. Farabutto. Le mie ciabatte. Ne avevo sentito parlare, ma non potevo crederci, mi sembrava così assurdo. Il ladro di ciabatte.
    Mi fermo davanti alla porta.
    Che stupido, il trucco della busta incastrata.
    Avrei dovuto capirlo.
    A terra quel che resta della busta. La raccolgo. Qualche pallina di plastica è ancora intatta. Plock, plock. Hmmm…! Dentro c’è la foto delle mie ciabatte e insieme una lettera delirante scritta su un foglio stampato. Lo osservo attentamente. È la pagina strappata di un’enciclopedia. Rino il fattorino.
    Fanculo. Fanculo le ciabatte e il fattorino.
    Chiudo gli occhi. La numero uno, la due o la tre? La tre. Indubbiamente la tre. Avrei scelto la tre. Plock, plock, plock.
     
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  2. Blacksteam
     
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    Semplicemente fantastico. Null'altro da aggiungere.
     
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    Mi hai fatto morire dal ridere. Giuro, mi hai stesa! Complimenti :D
     
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  4. Befana Profana
     
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    Meraviglioso! Ho letto le ultime 3 righe senza smettere di ridere!!!! Maledetto Rino, il fattorino.
     
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  5. Luna§
     
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    Molto molto divertente :D e scritto benissimo, sono morta alla parte dei pallini che scoppiano xD mi ci sono ritrovata!
     
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  6. Mari.q
     
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    Trovo il tuo modo di scrivere semplicemente geniale. Continuo a ritenere che abusi troppo delle ripetizioni, che da una parte ti caratterizzano, lo so, ma dall'altra fanno incespicare nella lettura.
    In ogni modo trovo il tuo racconto divertentissimo e quindi, complimenti!
     
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  7. Angy C.
     
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    Ciao Dalcapa, un racconto molto ironico basato su pochi elementi essenziali: una busta, le ciabatte e le manie del protagonista. Veramente bravo. Chapeau :)
     
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  8. Anna Maria Galluzzi
     
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    Adoro il tuo stile chiaro e conciso. Un racconto da professionista della scrittura che mi ha strappato più di un sorriso. Bravissimo :)
     
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  9. MyaMcKenzie
     
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    Ciao Dalcapa
    Sei partito bene, mi piaceva il delirio del protagonista con le buste: un investigatore privato con la fobia è davvero un'idea originale e divertente.
    Però poi la sua follia è, secondo me, andata un po' oltre. Mi aspettavo che il protagonista impazzisse e uccidesse qualcuno (giusto per restare in tema), invece si è perso un po' nelle proprie elucubrazioni e il tema giallo, senza nemmeno un filino di indagini, si è un po' perso per strada.
    Colpa senz'altro del limite di caratteri, però magari, con un po' meno vaneggiamenti del protagonista avresti potuto dare più respiro alla componente fondamentale del genere.
     
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  10. stefia
     
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    Spettacolare! Complimenti vivissimi! Un microscopico "giallo" veramente esplosivo: ploploplock! ;)
     
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  11. Aima
     
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    Per me uno dei racconti migliori di questo contest: originale, provocatorio, brillante e scritto benissimo. La prima volta l'ho letto forse un po' distratta e verso metà, quando parla della plastica con le bolle, mi ero un po' persa.
    Qui:

    CITAZIONE
    A volte, se ho altro da fare, la strizzo come fosse uno straccio. Ploploploploploplock! Che godimento, quasi un orgasmo.
    Ploploploploploplock!

    pensavo che stesse già schiacciando le palline dentro la busta invece no.

    Alla seconda rilettura mi è sembrato tutto chiarissimo.
    Io penso che il finale così sia perfetto, se terminavi in tragedia avresti giustificato tutte le paranoie del protagonista. Così invece fa ancora più ridere.

    Stile molto interessante. Bravo.
     
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    Ogni volta che ti leggo mi ricordo perché sei uno dei miei autori preferiti di SPS (Mi perdonino Caipi, Achi, Stefia, Fante e gli altri). Questo racconto folle è semplicemente geniale. Mi è piaciuto da matti! Bravo!
     
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11 replies since 29/9/2017, 16:50   134 views
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