Olimpiadi Letterarie

Il coso che vibra

sfida 11 - AlexComan - Metaracconto/Vibrazione

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  1. Alex Coman1
     
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    Vibrazione. Deve scrivere qualcosa sulla vibrazione.
    Disteso sul divano, boxer a fare da abbigliamento, posacenere sulla pancia nuda e pelosa, sta pensando a come procedere. L'unica cosa che gli viene in mente è il vibratore della sua coinquilina. Anche se questa nega fortemente la sua esistenza, Fabio sa che quella morta di fallo lo usa frequentemente.
    Fuma e pensa alla vibrazione.
    Ha ancora il ronzio in testa per l'ultima volta che la ragazza l'ha usato. Due giorni fa. L'ha sentito dalla sua camera. Un trapano, non un vibratore. Ci potrebbero fare le buche sulla strada, per come quel coso vibra. Non c'è dubbio che la sua coinquilina ami le sensazioni forti, sensazioni che non prende da lui.
    La trapanerei io, pensa. Le toglierei per sempre dalla testa quel giocattolo. No, non dalla testa. Non è che se lo picchia sulla fronte per godere. Oddio, con quella non è mai detto. Si concede qualche istante immaginandosi la coinquilina distesa sul letto a colpirsi con il coso e godere. Fabio scuote la testa e cerca di pensare.
    Il suono è una vibrazione, il terremoto un'altra, l'arrivo di una chiamata sul cellulare silenzioso un'altra ancora, ma per ora l'unica vibrazione che ha in mente la produce quel fallo di gomma; tanto vale togliersi la curiosità prima di mettersi a scrivere. Spegne la sigaretta, si alza dal divano, si da una grattata ai gioielli attraverso i boxer larghi, grattata che dura tutto il tragitto fino alla camera della coinquilina. Lei dovrebbe tornare solo fra un paio d'ore: non c'è il rischio di essere colto nel fragrante.
    Apre la porta: letto disfatto, qualche reggiseno sul pavimento, mutandine qua e là, vibratore sul comodino. A portata di mano, proprio.
    È la prima volta che lo vede: con tanto di vene in basso rilievo, glande in cima, ha proprio l'aspetto di un pene. Sa di artificiale per il rosa fosforescente, troppo fosforescente, tanto che Fabio si ritrova a immaginare il pube della ragazza dello stesso colore quando il giocattolo viene usato. Un colore così si vede anche se ben nascosto, dentro la carne. E poi il pube dovrebbe anche essere gonfio, molto gonfio: l'aggeggio non ha il calibro del suo flauto o di altri sottili strumenti che ha avuto occasione di vedere in qualche spogliatoio maschile. Si avvicina e lo prende tra le mani; pollice e medio non riescono ad avvolgere tutto il diametro. Altro che flauto, questo è un trombone. E, ovviamente, le proporzioni sono rispettate. Il finto organo sessuale è anche lungo: Siffredi e Trentalance pagherebbero in anni di astinenza per avere una roba simile. Un uomo con uno strumento del genere dovrebbe essere robusto e alto due metri e mezzo, per rispettare le proporzioni. Chiunque più basso di così risulterebbe un kraken.
    Come si fa a competere con simili aggeggi? Un buco in una saponetta può essere solo allargato. Per avere qualche aderenza con un simile buco, una matita – ma anche un grande pennarello – potrebbe solo girare sul bordo, perché se lo penetrasse al centro ci sarebbe talmente tanto di quel spazio da colmare che la matita non capirebbe nemmeno di penetrare. Per non pensare poi al fatto che questo buco è stato creato da un aggeggio che vibra. Non bastano le dimensioni, no. Ha anche della magia che nessun maschio si sogna di avere. Forse solo stando su una pedana vibrante durante l'atto.
    Mah, roba da pazzi. 'Sta ragazza ha bisogno di un chiwawa delle dimensioni di un centauro, non di un uomo. I chiwawa sono gli unici animali tremolanti che gli vengono in mente. Forse potrebbe scrivere un racconto su di loro. Chiwawa e vibratori: più vibrazioni di così...
    Avvicina quello strumento diabolico al viso, in cerca in un interruttore. Lo trova alla radice. Allunga la mano per allontanarlo – non si sa mai – e lo preme. L'affare inizia vibrare con furia. Per la sorpresa, Fabio lo lascia cadere sul pavimento. Zzzzz. Dal rumore sembra un frullatore. Libero di muoversi sulle mattonelle, il vibratore sembra andargli incontro, come se fosse vivo.
    Fabio porta una mano alle natiche: gesto istintuale di difesa. Oh, no, non ci provare, coso.
    Il verme rosa continua ad avanzare verso di lui, vibrando, e Fabio non riesce a fare a meno di fare qualche passo indietro.
    Okay, senza dubbio questa è la madre di tutte le vibrazioni. Alla fine però è solo un vibratore. Non può fargli del male. A meno che non vada a finire nel... Fabrio rabbrividisce e smette di pensarci. Raccoglie il coso: si sente tremare dalle dita al gomito, alla spalla. Lo spegne.
    Ecco, e ora? Cosa diavolo scrivo sulla vibrazione?
    Posa l'aggeggio sul comodino della coinquilina ed esce dalla stanza. Va in camera sua, accende il pc e sospira. Apre il programma di scrittura. Sbuffa. Scriviamo sta cosa sulla vibrazione. Inizia a digitare:

    Vibrazione. Deve scrivere qualcosa sulla vibrazione.
    Disteso sul divano, boxer a fare da abbigliamento, posacenere sulla pancia nuda e pelosa, sta pensando a come procedere. L'unica cosa che gli viene in mente è il vibratore della sua coinquilina.
     
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  2. Alex Coman1
     
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    sfida 11 - AlexComan - Metaracconto/Vibrazione.

    Scusate, mi sono dimenticato di mettere la descrizione.
     
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    Colpa del coso della coinquilina, Alex :Emoticons%20%28192%29:
     
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  4. Alex Coman1
     
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    Magari la coinquilina si chiama Pamela :D
     
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    Ahahahah!
     
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  6. Mari.q
     
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    Ciao Alex.
    Prima di tutto alcune pulci:

    "Non è che se lo picchia sulla fronte per godere"
    credo sia meglio "picchi"

    "si alza dal divano, si da una grattata ai gioielli attraverso i boxer..."
    "dà"


    "con tanto di vene in basso rilievo"
    bassorilievo

    "talmente tanto di quel spazio"
    quello spazio

    Fabrio rabbrividisce
    refuso

    Fine pulci.
    Molto divertente, il tema si prestava a questa interpretazione e il risultato è gradevole, un po' goliardico, ma divertente.
    A rileggerci.
     
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  7. Anna Maria Galluzzi
     
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    Fantastico! Sto ancora ridendo pensando al "coso" per terra che lo punta e lui che si protegge. Le descrizioni sono ottime, alcune scene, soprattutto quelle che riguardano il "sopralluogo" nella stanza della sua coinquilina sono quasi cinematografiche. Un testo che incuriosisce e avvince il lettore, soprattutto grazie alle gag irresistibili. La chiusa finale rientra a pieno titolo nel genere che affronti, centrato pure il tema (ci mancherebbe). Ti faccio i miei complimenti. Sfida difficilissima la vostra, perché Le@n ha scritto un altro racconto da 10 e lode. In bocca al lupo anche a te :)
     
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  8. Luna§
     
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    Ciao Lex :D a me non ha fatto ridere ma mi è piaciuto molto (vale lo stesso? xD ahahah), scritto bene e scorrevole :D bravo!
     
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  9. MyaMcKenzie
     
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    Ciao Alex
    diciamo che ti sei salvato in corner con il vermone che avanzava verso il protagonista, lì ti sei superato, davvero :)
    Tema un po' scontato, ma c'è da dire che non era semplice come traccia.
    Bravo
     
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  10. Angy C.
     
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    Ciao Alex, a parte qualche refuso, già segnalato, devo dire che sei stato divertente senza sconfinare nella volgarità. Il genere l'hai centrato con la chiusa finale. Bravo per questa prova senza dubbio difficile :)
     
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  11. Aima
     
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    Il racconto è ben scritto e scorre via che è una meraviglia. Forse hai cercato una comicità un po' facilotta, potevi magari evitare battute scontate da birrozza al bar.
    Un racconto leggero che si fa leggere con facilità.
     
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  12. caipiroska
     
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    Ciao,
    genere azzeccato alla grande, l'ironia c'è tutta e la vibrazione... bè, c'è anche quella!
    Mi sono proprio divertita a leggere il tuo racconto, bravo!
     
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  13.  
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    Ciao Alex! Una maniera originale di interpretare il genere, l'ironia in tutte le sue sfumature, mi hanno fatto apprezzare molto questo racconto. Ho riso da matti. Bravo!
     
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12 replies since 29/9/2017, 20:49   134 views
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