Olimpiadi Letterarie

La vendetta di Cassiopea

sfida 4 - Emy Ristovic - fantasy/nebbia

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    Meglio sole che accasate, era la massima di Delfina, l’unica monarca single di tutto l’universo: ventisette divorzi alle spalle, una lista infinita di amanti e scandali che le erano costati la corona, un’avversione profonda per i buoni sentimenti.
    Alla vigilia del ballo di fine anno i preparativi fervevano al castello. Le donne di famiglia, quelle fortunate a essersi già maritate, non vedevano l’ora di scatenarsi in un sensuale valzer. Delfina roteava gli occhi nauseata.
    Gli uomini erano di una noia mortale. Valevano solo se ben funzionanti a letto. Difatti, diceva sempre alle nipoti (a anche ai sudditi): giù il pollice per l’amore coniugale, viva il sesso senza impegno.
    Queste sue eresie sessuali facevano inorridire il figlio, Re Ercole, e la sua consorte bigotta, Regina Cavallina. Nemmeno le principessine, le due già sistemate, approvavano.
    L’unica che la rendeva orgogliosa era Cassiopea, la terzogenita del re: bassa, brutta, goffa e libera come il vento.

    Cassiopea gustava il tè delle cinque sfogliando una rivista di costume quando l’occhio le cadde su una pergamena dorata, vergata con la bella scrittura di sua madre.
    «C-o-s-a? Non ci posso credere! La principessina Cassiopea è stata esclusa dalla festa perché sola e triste. Non mi ha portato al mondo una cicogna bensì una vera strega!»
    Andò subito a protestare.
    «Sua maestà — fece un inchino profondo e sventolò la rivista davanti agli occhi della donna che stava recitando preghiere — ha forse qualcosa da farsi perdonare?»
    «Tesoro… ho solo inviato una lettera al giornale, non è la fine del mondo! Beh, aggiungi anche qualche centinaia di copie per le amiche. Ti sei arrabbiata?»
    Cassiopea urlò e prese la madre per i capelli: aveva voglia di strapparglieli tutti uno a uno.
    «Gioia mia, pensa a tutti quei draghi disoccupati delle poste reali che hanno trovato lavoro grazie alla mia iniziativa.»
    Cassiopea tirava più forte a ogni parola, sconcertata.
    «Ci saranno altre occasioni per ballare, quando ti sarai accasata.»
    La principessa mollò subito la presa, un ghigno soddisfatto illuminava il volto paonazzo.
    «Quindi, se io voglio partecipare al ballo, posso farlo solo se accasata? Prepari i confetti, maestà.»
    Dettò ciò corse a prendere il cappotto e lo scialle di seta rosso.

    All’imbrunire la principessa Cassiopea si incamminò in direzione del bosco incantato. Il cielo violaceo era colmo di prime stelle, la Luna sorridente le stava accendendo una a una. Il vento soffiava freddo e le accarezzava le guance arrossate. Affrettò il passo per scaldarsi.
    Appena si addentrò tra i rami degli alberi guardiani, che la salutarono con un leggero picchiettio sulla testa, sentì quella maledetta cantilena. Zi-te-lla… zi-te-lla. Alzò la testa furiosa. Zotto, il gufo reale le fece un occhiolino.
    «Principessina, buona sera.»
    Cassiopea, indignata, non rispose. Proseguì spedita sulla sua strada.
    «Che figuraccia!»
    Il tempo stava peggiorando, le sembrava persino di veder scendere una nebbiolina. Sapeva che in mezzo alla nebbia si nascondeva Nebuloso, colui che cercava: il mago più potente di tutto il regno, l’unico in grado di far scendere la Regina Cavallina dal piedistallo. Il re indiscusso di confusione, con un gusto così pessimo da scandalizzare ogni madre in cerca del genero perfetto.
    «Non voleva farmi accasare? Ebbene sì, così sia.»
    Cassiopea proseguiva guardinga, attenta ai rumori insoliti. Si diceva in giro che Nebuloso avesse un modo particolare di palesarsi alle persone e il bosco incantato era sprovvisto di una vera pista d’atterraggio.
    «Chi sei e che cosa ci fai nel mio regno? Identificati subito!» La principessa si fermò, la testa coperta dallo scialle rosso oscillò prima a sinistra poi a destra. Non c’era nessuno nei paraggi. O aveva le visioni, oppure quella voce burbera apparteneva proprio a Nebuloso. Continuò a camminare. Faceva fatica a orientarsi al buio.
    «Ti ho fatto una domanda e aspetto una risposta precisa» ripeté la voce di prima. Il corpo mingherlino della principessa fu scosso dai brividi.
    Proprio quando stava per rispondere, una nebbia fitta si alzò davanti ai suoi occhi, una luce giallastra esplose nell’aria. Ne venne fuori una creatura grande, nera e pelosa; due occhioni viola la stavano fissando con curiosità. Se ne innamorò a prima vista.
    È perfetto per la mia vendetta, pensò felice.
    «Sono la principessa Cassiopea, figlia del Re Ercole e della Regina Cavallina. Per te solo Cassi.»
    L’essere irsuto fece un inchino buffo e si girò a 365° alzando dietro di sé tanta di quella polvere che Cassiopea non riuscì a smettere di starnutire per una manciata di minuti.
    «Chiedo perdono, principessina, a volte mi perdo un po’ troppo nei convenevoli. Generale Nebuloso a suo servizio! Qui tutti mi chiamano il re della nebbia, almeno con le belle ragazze posso vantarmi di un titolo che non ho.» Sorrise e le porse una mano pelosa.
    «E cosa ci fa qui a quest’ora? Non ha paura?» La curiosità nella voce era palpabile mentre la guardava negli occhi schioccando le unghie lunghe una ventina di centimetri dalle cui estremità si levava una nuvoletta grigia che si librava nel cielo.
    La principessa fece di no con il capo.
    «Cercavo proprio te, pensa!» esclamò con gioia.
    Il re della nebbia fece un clap-clap con le mani e inclinò la testa da un lato. Di solito scappavano da lui, questa principessa era suonata peggio di una campana.
    «Hai piani per domani sera? Vorrei invitarti a una festa speciale.» Cassiopea allungò la mano e gli accarezzò il viso irsuto ammiccando come la nonna le aveva insegnato.
    «Festa? Cos’è una festa?»
    «Ora ti spiego cosa dovrai fare.»
    Parlarono tutta la notte. Al mattino gli occhioni viola di Nebuloso erano a forma di cuore.
    Cassiopea non poteva credere di averlo conquistato. Forse la nonna aveva ragione, gli uomini erano davvero noiosi. Si aspettava almeno un po’ di battaglia da uno che si definiva generale.

    Il giorno del ballo di fine anno, al castello tutto era pronto per il grande evento. La regina madre comandava tutti con una bacchetta di cristallo. Nulla poteva andare storto. Era così presa da se stessa e dal suo ruolo che non si chiese nemmeno una volta dove fosse finita Cassiopea.
    Il cielo era di un blu intenso, delle nuvole nemmeno l’ombra. Niente nevicate. Sarebbe stata una magnifica giornata soleggiata, perfetta per salutare il nuovo secolo.
    A metà pomeriggio apparvero le prime nubi. Poche. Insignificanti. Nessuno si allarmò. Poi si alzò il vento, all’inizio debole, che si rafforzò nel giro di tre quarti d’ora. Ululava. Gridava. Era così maleducato da far scappare persino il sole.
    Verso sera, quando i primi ospiti stavano per arrivare, scese una leggera nebbiolina. Poca. Insignificante. Nulla.
    La regina madre non perdeva ancora le speranze.
    Poi fu il caos. La pioggia. Una nebbia così fitta da rendere invisibile e irraggiungibile il castello. Delfina esultava. Cavallina si esasperava. Quando Nebuloso e Cassiopea atterrarono al centro del salotto, tutti impallidirono.
    «Maestà, le presento il mio consorte, il Re della nebbia.»
    La regina squadrò quella bestia di suo genero.
    «C-o-s-t-u-i sarebbe il mio genero?»
    «Sì, maestà. È un brav’uomo, ha solo un vizio… far sparire le suocere invadenti nella nebbia.»
    Delfina applaudì.
    «Touché!»

    Edited by violaliena - 30/9/2017, 00:35
     
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  2. Andrea2890
     
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    Proprio carina questa storia :D, brava. E chiamalo vizio quello di Nebuloso, è una vera e propria benedizione :D .
    L'unico appunto: avrei preferito che la suocera invadente fosse stata fatta sparire effettivamente.
     
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  3. Iena Plinsken
     
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    E brava Emy! Un bel racconto e una buona scrittura (ci sono anche tutti gli articoli :) )

    Alcune piccole ossevazioni:

    Si diceva in giro che Nebuloso avesse un modo particolare di palesarsi alle persone e il bosco incantato era sprovvisto di una vera pista d’atterraggio.
    Non capisco cosa intendi con la pista d'atterraggio. E' una metafora?

    O aveva le visioni, oppure quella voce burbera apparteneva proprio a Nebuloso.
    Non parlarei di visioni in quanto non ha visto niente, ma solo sentito.

    Generale Nebuloso a suo servizio!
    Ma non era mago?
     
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  4. Achillu
     
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    Ciao Emy.

    Un fantasy contaminato con black comedy, direi. Mi dispiace solo che Delfina resti relegata sullo sfondo, la nonna dark avrebbe meritato lo sforamento del limite di caratteri; è il mio personaggio preferito.
     
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    CITAZIONE (Andrea2890 @ 30/9/2017, 13:53)
    Proprio carina questa storia :D, brava. E chiamalo vizio quello di Nebuloso, è una vera e propria benedizione :D .
    L'unico appunto: avrei preferito che la suocera invadente fosse stata fatta sparire effettivamente.

    Grazie Andrea! Per il limite di caratteri è stato difficile farlo, chissà, forse in una versione allungata. ;)
    CITAZIONE (Iena Plinsken @ 30/9/2017, 15:28)
    E brava Emy! Un bel racconto e una buona scrittura (ci sono anche tutti gli articoli :) )

    Alcune piccole ossevazioni:

    Si diceva in giro che Nebuloso avesse un modo particolare di palesarsi alle persone e il bosco incantato era sprovvisto di una vera pista d’atterraggio.
    Non capisco cosa intendi con la pista d'atterraggio. E' una metafora?

    O aveva le visioni, oppure quella voce burbera apparteneva proprio a Nebuloso.
    Non parlarei di visioni in quanto non ha visto niente, ma solo sentito.

    Generale Nebuloso a suo servizio!
    Ma non era mago?

    Grazie Iena! Sono contenta che ti sia piaciuto. Per quanto riguarda le tue osservazioni:

    a) pista d'atterraggio è una specie di metafora, sì.
    b) Era il mago, certo. Quello del generale è solo un titolo per vantarsi, come dice alla principessa. Può essere che sia una battuta scema però mi piaceva troppo. ;)
    c) hai ragione sull'uso della parola visioni. Volevo evitare di ripetere il concetto di sentire la voce. Ora che ci penso, potevo mettere allucinazioni magari.

    CITAZIONE (Achillu @ 1/10/2017, 07:57) 
    Ciao Emy.

    Un fantasy contaminato con black comedy, direi. Mi dispiace solo che Delfina resti relegata sullo sfondo, la nonna dark avrebbe meritato lo sforamento del limite di caratteri; è il mio personaggio preferito.

    Ciao caro avversario. Sì, una piccola contaminazione con black comedy c'è. Delfina avrebbe meritato uno spazio più ampio però in tal caso ti avrei lasciato il campo libero :Emoticons%20%28145%29: Non è detto che non faccia una versione lunga e poi la posto su sps già che ho perso la tappa fantasy ;) Grazie per il commento gentile e molto gradito!
     
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  6. Salvatore Russotto
     
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    Ciao Emy,
    complimenti. Bellissimo racconto. Un bello schiaffo morale a chi pensa solo alla bellezza.
     
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  7. Eudes
     
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    Racconto con personaggi interessanti. Una versione allungata se la merita.
     
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6 replies since 29/9/2017, 22:57   84 views
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