Olimpiadi Letterarie

Il killer dei giornali

girone cuori, thriller

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  1. Blacksteam
     
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    L’articolo era fresco di stampa e posto in prima pagina. I giornalisti avevano colto il rapimento della donna come uno scoop fuori misura perché nessuno si sarebbe sognato di sequestrare qualcuno di così importante e figlia di un noto investigatore privato. Proprio lui, furente di rabbia e allo stesso tempo scosso come non lo era mai stato.
    «Quindi ricapitolando» disse il Commissario Mara Salmastri: «abbiamo il messaggio in segreteria lasciato a Ettore che ci dice l’ora esatta in cui è stata rapita: le due e quattro minuti. Possiamo dichiarare con certezza che si tratta di un uomo, basandoci sulle urla presenti nell’audio e grazie a questo sappiamo anche che è ferito. Non abbiamo nessun testimone. la scientifica ci fornirà ogni indizio utile presente nella casa. Per ora non possiamo che aspettare.» Il Commissario Salmastri parlò diretto a Garnaschi. «Dirti di lasciare le indagini a noi sarebbe fiato sprecato, vero Ettore?»
    «Guardate» fece lui invece, voltando il giornale del giorno corrente e indicando un annuncio. «Rapisce una delle donne più importanti del paese, si cura di apparire nella registrazione mentre lo fa e mette un annuncio sul Corriere della Sera.»
    «Se non vuoi che lei muoia trovami. 2 aprile 2017» lesse Mara. «Che cosa vuol dire quella data?»
    Ettore, al contrario di lei, aveva già capito. Era un gioco, il rapitore lo stava sfidando. «Voglio tutti i giornali stampati il 2 aprile 2017.»

    Venne assegnata una scrivania momentanea a Garnaschi, ormai punto focale dell’indagine, e su quella finirono una trentina di giornali locali e non, dove, secondo lui, il rapitore avrebbe potuto lasciare un altro indizio. Concentrarono gli sforzi sugli annunci e ben presto arrivò a qualcosa di strano.
    «“Scambio libri per un gameboy”? E che cosa c’entra con il caso?» chiese l'ispettore Beraldo.
    «Venga, mi deve accompagnare in un posto.» L'ispettore continuò a non capire, ma accompagnò lo stesso Garnaschi che nel tragitto spiegò l’annuncio.
    «Da piccolo i miei erano soliti regalarmi libri ma io, avevo solo otto anni, faticavo ancora a leggere e quindi quando ricevetti gli ultimi decisi di scambiarli tutti per un gameboy.»
    «E ce la fece?»
    «Ovviamente no, ma ecco perché quell’annuncio mi ha attratto, lui conosce il mio passato e chissà che altro ancora… bene, accosti lì, siamo arrivati…»
    Garnaschi entrò in un mercatino delle pulci, dove nel 1980 aveva cercato di impossessarsi del gameboy, il negoziante non lo riconobbe.
    «Ahhh lei è l’amico di quell’uomo! Mi aveva detto che sareste arrivato a ritirare la scatola.» Garnaschi e l'ispettore si guardarono, sorpresi. Il negoziante estrasse da sotto il bancone una piccola scatola legata con lo scotch e gliela porse. Garnaschi la prese, non era per nulla pesante e c’era qualcosa che si muoveva all’interno. Senza chiedere prese delle forbici dal bancone e l’aprì: dentro c’era un sacchetto di carta e una busta, prese la busta.
    «Bene Ettore, se sei arrivato a leggere questo messaggio vuol dire che hai accettato la mia sfida. È bene che tu sappia che hai esattamente ventiquattro ore da quando hai aperto il pacco per poter decifrare i miei indizi e trovare tua figlia, se non ci riuscirai la ucciderò.>>
    Il volto di Garnaschi esbiancò di netto, i suoi occhi continuavano a percorrere le parole del rapitore. Legato al biglietto c'era un piccolo pezzo di giornale grande come un palmo di mano riportante un pezzo di un articolo non identificato. Beraldo intanto aveva estratto ciò che conteneva il sacchetto,Garnaschi riconobbe subito la collanina con il ciondolo a forma di libellula appartenente alla figlia.
    <<che succede?>> fece il negoziante, che non aveva ancora capito che stava succedendo.
    <<dove sono le temecamere?>> chiese invece Garnaschi.
    <<una che punta verso l'interno del negozio là in fondo e una lì che prende il bancone e l'entrata.>>
    <<saprebbe descriverli la persona che le ha consegnato il pacchetto?>>
    <<uhm, vestito con una maglietta bianca e un paio di jeans, cappello e occhiali da sole.>>
    <<potrebbe essere chiunque>> constatò Beraldo. <<aveva qualcosa di particolare? Un tatuaggio, camminava in modo particolare, un accento non di qui, qualche tic?>>
    Il negoziante ci pensò un po' e poi scosse il capo. <<nulla, ora che ci non mi ha nemmeno detto il suo nome, ha pagato in contanti e se ne è andato.>>
    <<capisco, la ringrazio. Se dovesse venire ancora o se gli sovvenisse qualche partiocolare non esiti a chiamarci.>> L'ispettore Beraldi allungò il suo biglietto da visita e uscì dal negozio, avvilito.
    Appena usciti il cellulare di garnaschi suonò. <<detective privato Garnaschi… sì, ciao Mara>>
    <<avete novità?>>
    <<sì, il rapitore ci ha dato ventiquatt'ore di tempo per trovare Isabella oppure la ucciderà.>>
    <<merda… Noi abbiamo scoperto che l'annuncio sul giornale non è stato commissionato da nessuno, stiamo interrogando i dipendenti per vedere se è uno di loro ma non penso sia così stupido.>>
    <<potrebbe essere un Hacker. Ci servono linee sicure. Un'altra cosa: ora ti invio la foto di un pezzo dei giornale che mi ha laschiato il rapitore, trova il giornale da cui proviene, sono sciuro che ci sarà un altro indizio. Iniziate dal Correiere, forse può aver seguito la stessa metodica del precedente annuncio.>>
    <<lo so, Garnaschi, non c'è bisogno di insegnarmi il mio lavoro>> rispose la donna, secca.
    <<scusami, non sono abituato ad avere superiori. Preparatemi dei numeri, vi aiuto a cercare.>>
    <<lo stai rifacendo, Garnaschi>> l'ammoni lei, di nuovo.
    <<scusa. A dopo.>> Garanschi riagganciò, si passò una mano sui radi capelli che portava, sospirando come se gli mancasse il fiato.
    <<si sente bene?>> chiese premusoro L'ispettore, probabilmente perché il suo stress era tanto palese da poter essere quasi palpabile. Era facile staccarsi da eventi simili quando la vita in gioco non era quella di qualcuno di estraneo, la mente in quei casi era più razionale e concentrata. In quel momento, però, non riusciva ad esserlo, sentiva il peso delle sue azioni gravargli sulla schiena, sentiva il tempo scorrere e non poterlo arrestare era per lui fonte di angoscia e dolore. Aveva la vita di Isabella nelle mani, un errore l'avrebbe persa per sempre.

    In centrale si mise a chiamare i giornali locali e i più importanti, nella speranza di poter identificare l'articolo che il rapitore gli aveva lasciato. Non era qualcosa di speciale, parlava di un incidente avvenuto in autostrada, dove c'era stata una vittima. Nulla di troppo particolare. Provò a analizzare la prova, cercando qualcosa che avrebbe potuto fornigli più dettagli: un bordo particolare, una parola, qualsiasi cosa. Sette minuti prima di mezzogiorno un giornale locale chiamò la centrale, affermando di essere l'autore dell'articolo da cui proveniva la prova. Venne fornita quindi una copia telematica del giornale non ci volle morto per identificare uno strano annuncio.
    “Cerco palazzo in disuso per fare esplodere petardi.”
    <<non è mai stato trovato l'autore.>> specificò il Commissario Salmastri. <<crediamo che il palazzo in questione sia quello nella zona industriale fuori città. Può accompagnare i miei uomini ma non si azzardi a fare cose avventate di nessun genere, intesi?>>
    Garanschi annuì e sì aggregò all'ispettore beraldo. Il palazzo in questione non era mai stato completato, era stato abbandonato a metà dei lavori e contava dieci piani che vennero ispezionati uno ad uno fino all'ultimo. Proprio in questo venne ritrovato l'indizio successivo, legato a una telecamera posizionata sopra a una bomba. Il timer, prima spento, iniziò il conto alla rovescia di cinque minuti.
    <<il timer si è acceso! Uscite tutti di qui, ora!>> urlò Garnaschi, e mentre i poliziotti retrocedevano svelti verso l'uscita e i due artificieri avanzavano verso il pericolo. Erano al terzo piano quando la bomba esplose, frantumanto la punta della struttura prima dello scadere del tempo. Il rapitore era passato ad assassino, uccidendo due vite innocenti.

    Il centrale erano tutti scossi. Il telegiornale annunciava la morte degli artificieri e che era il rapitore di Isabella l'artefice. Garnaschi aveva ottenuto un altro indizio, ma per averlo aveva dato in cambio due vite umane e questo non avrebbe potuto farlo sentire più male. Rilesse le parole lasciate dall'assassino, chiuso nell'ufficio, incapace di sostenere contatti umani.
    “Sai dove sono, trovami e salverai tua figlia.”
    No, non lo sapeva. Non capiva quel biglietto, non aveva idea di dove sbattere la testa e il problema maggiore era che nessun altro avrebbe potuto capirlo. Nessuno era lui, nessuno aveva i ricordi che l'assassino stava usando per il suo scopo. Passarono le ore, l'ansia, la frustazione, l'angoscia, il dolore, gli premettero lo stomaco come mai avevano fatto. Si ritrovò più volte a vomitare nel water, sentendosi per la prima volta impotente. Fermo davanti alla specchiera guardò il suo volto, scarno, invecchiato da cinquant'anni di vita, tremante di paura. Era incapace di salvare sua figlia? Aveva aiutato tante vite e quella più importante la avrebbe persa per sempre?
    L'avrebbe lasciata morire?
    L'avrebbe abbandonata nelle mani di un assassino, che l'aveva rapita senza uno scopo, solo per destabilizzare lo stato e divertirsi con lui?
    Divertirsi! Come aveva fatto a non capirlo prima?
    <<comissario Mara! Prenda i suoi migliori uomini, so dov'è nascosta mia figlia!>>
    Cinque volanti della poliza attraversarono il paese notturno con le sirene spiegate verso una casa abbandonata indicata da Garnaschi come luogo dove si nascondeva l'assassino. Quello era il posto sicuro, ne era sicuro perché la frase “Sai dove sono” era un codice che da adolescente usava con alcuni amici per trovarsi proprio in quella casetta, lontano dai genitori, per provare il brivido della caccia.
    S'appostarono lontano dalla baracca, un gruppo di soldati si misero in posizione accerchiando l'obbiettivo, nascosti dall'erba alta di un campo di nuda proprietà. All'inprovviso la porta si spalancò. I fucili conversero tutti verso l'obbiettivo quando un uomo sui trent'anni uscì allo scoperto, pistola puntata alla tempia della ragazza che teneva in ostaggio. Isabella.
    <<complimenti detective Garnaschi, mi ha trovato!>> urlò, sembrava addirittura felice. <<e vedo che ha portato degli amici. Bene, così potranno assitere all'inizio del cambiamento.>>
    Il grilletto arretrò, la pallottola attraversò la canna e bucò la tempia di Isabella. Nell'istante in cui cadeva a terra un'altra pallottola colpì al petto l'uomo, poi altre due che lo lasciarono senza vita. In quel momento, mentre i poliziotti urlavano l'arrivo di un medico, mentre altri abbassavano le pistole, mentre Il commissario Mara guardava con occhi umidi i due corpi accasciati contro la baracca, Garnaschi si lasciò andare. Crollò a terra, in ginocchio, incapace di fare anche solo un passo, bagnando quella terra insanguinata con le lacrime.
     
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