Olimpiadi Letterarie

MALESTAR IMPACCIO

Gruppo FIORI Genere: intervista

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  1. Angy C.
     
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    Malestar Impaccio

    Amerigo Mentina osservava, dietro le quinte, lo studio di Canale Delta.
    Il giornalista si accertò di avere le unghie perfettamente curate, lisciò la giacca del completo ardesia e fece il suo ingresso.
    Era emozionato come agli esordi della sua carriera, anzi, oggi molto di più: aveva promesso ai telespettatori un’intervista unica nel suo genere.
    “Buonasera a tutti voi che ci seguite da casa. Come promesso, questa sera Canale Delta avrà un ospite d’eccezione. Nessuno è mai riuscito a intervistarlo…
    STRAAP
    Nel sedersi sulla sua poltroncina in cuoio gli si ruppero i pantaloni sul deretano. Il rumore insolito silenziò lo studio.
    Ci fu un attimo di forte tensione che Amerigo, grazie a tanti anni di duro lavoro, seppe gestire. Maledicendo il sarto che gli stringeva sempre di più i completi, fece finta di niente. Non gli sfuggì la risatina della truccatrice a qualche metro da lui e, ricordandosi che indossava le mutande con pallini rossi e pesciolini blu (le sue preferite), arrossì violentemente.
    Si sedette rigido come un baccalà e incespicando sulle parole finì il suo discorso d’apertura.

    “Signore e Signori, ecco a voi Malestar Impaccio, ovvero: l’emozione dell’imbarazzo. Sì, questa sera intervisterò un’emozione, quella che non amiamo e che, spesso, ci fa desiderare di sparire sotto terra: il disagio.”

    La voce del giornalista diventò sempre più acuta, mentre continuava a chiamare l’ospite tanto atteso.
    “Signor Impaccio? Può entrare!”
    Mentina iniziò a sudare e ad agitarsi. Non osava pensare a cosa sarebbe potuto accadere se, da quella porta, non fosse entrato l’ospite.
    Era stato un brutto fine settimana per il giornalista che aveva inanellato una serie di figuracce: si era quasi scoperto chiamando sua moglie con il nome dell’amante e aveva fatto infuriare il suo Direttore promettendo uno scoop eccezionale e dovendo rimediare all’ultimo minuto. Infatti, aveva in programma, per quella sera, uno speciale su un famoso serial killer, che avrebbe dovuto comparire in studio per dieci minuti. All’ultimo momento gli fu negato il permesso.
    C’era stata troppa attenzione mediatica al riguardo perciò, Amerigo, dovette pensare a qualcosa di sostitutivo ma altrettanto efficace. Lui, però, si chiamava Mentini e non avrebbe deluso il suo pubblico!

    “ Uè uè, calma gente, sono qua. Non mi vedete?”
    “Signor Impaccio, ma dov’è? Non la vedo.”
    “Per forza, testina, sta guardando di lato e in basso, mi evita eh? Ha ha ha certo, la capisco, dopo le ultime vicende. Son due giorni che mi cozza contro, prenda un respiro profondo e si concentri.” Impaccio, agitato, sembrava che parlasse in falsetto tanto il suono della sua voce era acuto e sottile.
    Ahh, come ci sto dentro alla situation, come mi sento in difficoltà. Pensò l’imbarazzo.

    “Ecco, la vedo.” Rispose, titubante, Mentina
    Notò un piccolo uomo, magro e con un naso enorme, immerso nella poltrona di fronte alla sua. I suoi piedi erano piccolissimi, come poteva stare eretto senza perdere l’equilibrio a causa del suo nasone? L’idea dell’uomo, in piedi e pendente in avanti, con quella prominenza che lo tirava sempre più giù, verso il basso, fu troppo…e quei piedini piccoli… Mentina scoppiò a ridere, un refolo di risata subito soffocato, ma la saliva gli andò di traverso e cominciò a tossire stizzito. La troupe rise di gusto.
    “Presto, presto, dell’acqua si sta strozzando.” Gridò Malestar, sempre più a suo disagio in quella situazione.
    Amerigo bevve e si scusò.
    “Torniamo a noi Signor Malestar. Intanto la ringrazio di essere qui, stasera, in nostra compagnia. Siamo molto curiosi di sapere qualcosa di più della sua vita che, si sussurra, sia piena di colpi di scena. Ci parli un po’ di lei. Ha un nome spagnolo e un cognome italiano: quali sono le sue origini?”
    “Sono un vero bastardo, oops, non dovevo dire quella parola ma, sa com’è, nel senso che…sono un figlio di buona donna cioè… son figlio del mondo. Il mio nome si pronuncia e si scrive in tutte le lingue conosciute. Ne ho scelto uno fra i tanti che ho. Per non parlare dei sinonimi che sono una vera rogna per me.”
    “Per quale motivo, Signor Impaccio?”
    “Perché il mio nome significa diverse cose: rovina, imbarazzo, gravidanza, patimento, mancanza di agi, disagio e chi più ne ha ne metta. Insomma, rappresento le miserie umane!”
    “E, fra voi emozioni, che rapporti avete? Siete tutti allo stesso livello o qualcuna è più importante? ”
    “Mah, serviamo tutte per uno scopo. Solo due sono un po’ strane: la Rabbia, lei vive isolata, è un animale selvaggio e quando si incazza si trasforma in Ira, allora, lei capirà, nessuno di noi la vuole tra i piedi. Poi c’è la Gioia che se la tira, quella si sente superiore perché si crede indispensabile. Se sapesse che la felicità la tradisce sempre! Come lei, Amerigo, che fa le corna a sua moglie…” e Malestar divenne rosso come un peperone rendendosi conto che aveva appena fatto una gaffe, rimpicciolì cercando di seppellirsi sotto la poltrona. Amerigo s’imporporò così tanto che assomigliò, per un momento, al presentatore Paolo Canta. L’imbarazzo aleggiò nello studio. Non si sentiva volare una mosca. A parte le risatine delle donne del team. Mentina, abituato agli imprevisti, bevve ancora un bicchier d’acqua e riprese subito il controllo. Il suo viso, però, era bianco come un lenzuolo.
    “Signor Impaccio, ci parli del suo lavoro. In cosa consiste? Lavora da solo o si avvale di qualche aiutante?”
    “Io ho una squad, composta da validi elementi. La mia compagna è la Vergogna. Io e lei andiamo a braccetto. Però, mi piace tanto anche la Timidezza, che è il terreno più fertile con il quale lavorare oltre al vizio. Poi c’è il fastidio, l’impiccio, il ritegno, l’intoppo che sono strumenti di lavoro. Ci segue per ultima, quasi nascosta, l’impudicizia perché è veramente imbarazzante, anche per noi, da mostrare.” Malestar si muoveva a scatti mentre parlava, le mani gesticolavano in maniera contorta e gli occhi vagavano da una parte all’altra senza posa.
    “E come operate, in concreto? Il vostro lavoro si svolge in segreto?”
    “Io lavoro in società, non potrei fare altrimenti. Gli uomini mi usano anche, a volte. Ha presente quando, sul red carpet, vedeste un seno spuntare da sotto il vestito dell’attrice di turno?
    Oppure, quando un colpo di vento mostrò la nudità di una modella che non indossava le mutandine? Tutto orchestrato, io chiamo l’imprevisto et voilà, les jeux sont fait. Io appaio alle feste, tra gli amanti, nelle situazioni idilliache o in quelle già compromesse, sa com’è, cerco di boicottare il lavoro delle altre emozioni.
    “Ci illumini con qualche altro esempio.”
    “Mi creda, non c’è bisogno.” Sussurrò Malestar, piegandosi su sé stesso come un riccio. Ebbe quasi un orgasmo di piacere pregustando il fastidio e la vergogna che sarebbero seguiti.
    Una donna entrò come una furia nello studio, gli operatori cercarono di fermarla ma era talmente fuori di sé che non riuscirono a trattenerla. Una truccatrice la seguì, provando a spolverarle in faccia un po’ di cipria, e si prese una gomitata nello stomaco.
    Lisetta si ricompose e sfoderò il suo miglior sorriso di circostanza e si palesò davanti al giornalista. Amerigo si alzò di scatto, dimenticando che aveva le mutande a vista e che finirono inquadrate dalla telecamera. Prese la donna per la vita e si voltò verso i monitor.
    “Signori e Signore, sono lieto di presentarvi un ospite inatteso: mia moglie Lisetta.” Provò, con disinvoltura, a rimediare alla situazione. Ma già immaginava, il giorno dopo, il suo nome sulle testate delle riviste di gossip. Doveva salvare la situazione e, forse, sapeva come.
    La donna sussurrò qualcosa all’orecchio di Amerigo, gli tirò un destro e gli rovesciò la caraffa d’acqua in testa. Poi, se ne andò.
    Subito un uomo arrivò con un asciugamano e Mentina sparì dietro le quinte.
    “Oh my God! Come ci sto dentro. Che fastidio, che vergogna. Che bel lavoro.” Sussurrò Impaccio che, essendo microfonato, fu ben udito da tutti.
    Mentina tornò dopo pochi minuti, i capelli arruffati, un occhio che stava diventando livido. Non dando mai le spalle alla camera si sedette. Gli portarono altra acqua. Proseguì imperterrito.
    “Mi scuso con i telespettatori: è solo un equivoco che avremo modo di chiarire, io e mia moglie, al più presto. Signor Impaccio, come esempio è stato davvero notevole. Ma cosa fa? Perché è nascosto dietro la poltrona?”
    “Dovrebbe starci anche lei! Cioè, volevo dire…io…insomma, che vergogna!”
    “Non si preoccupi, piuttosto mi dica: come possiamo liberarci di lei? C’è un modo?”
    “Liberarsi di me? LOL. Io sono internazionale, nemmeno un bravo psicoterapeuta è capace di allontanarmi definitivamente. Prima o poi mi intrufolo in qualche buco e rieccomi, insieme alla mia squad, a fare danni. Verstehe? Capisce? Io sono l’imbarazzo e di questo mi nutro.”
    “Bene Impaccio, se non possiamo fare a meno di lei io la inviterei anche la prossima settimana, che ne dice?”
    “A me? Davvero? Tiešām? Va bene, se proprio ci tiene.”
    “La ringrazio. Amici telespettatori vi aspetto lunedì prossimo, preparate delle domande da fare al Signor Impaccio avremo una linea telefonica in diretta. Vi aspetto. Buona serata su Delta Studio. E ricordate: il disagio ci segue!”
    Finalmente, a luci spente e senza microfoni, Mentina uscì con Impaccio. Si fermarono a parlare vicino alla sua auto. Amerigo saltellava prima su un piede poi su un altro.
    “Tenga Impaccio, altri cinquecento euro per lei. Deve solo ritornare lunedì e venire ora con me da mia moglie a spiegarle che eravamo d’accordo, che era tutta una montatura.”
    Mentina pregava l’uomo con lo sguardo, tenendosi una mano sul ventre.
    “Come? Quoi? Cosa me ne faccio dei suoi soldi? Ma che ha Amerigo? Si sente male?”
    “Impaccio, per piacere. Oltre ai soldi che ha ricevuto dal mio collaboratore, quando l’ho spedito a cercare un soggetto idoneo a impersonare l’emozione dell’imbarazzo, le dò altri cinquecento euro. Mi faccia questo favore.”
    “Collaboratore? Io non ho visto nessuno e nemmeno un centesimo. Forse non ha capito: io sono l’imbarazzo.
    Lei mi ha evocato così tanto che mi sono impietosito ed eccomi qua. Ci vediamo la prossima settimana. Ahh che malessere, Dio come mi sento dentro alla situation, lei si sta pisciando addosso!” Così detto, Malestar si dileguò nella notte lasciando, come un fesso, il povero Mentina alle prese con la sua vergogna.
     
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  2. MyaMcKenzie
     
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    Forte Angy, bravissima, mi è piaciuto proprio tanto!
    Molti punti in comune con il mio, ma d'altronde l'intervista non lasciava tanto spazio di manovra.
    Dopo cena posto il mio.

    Edited by MyaMcKenzie - 12/10/2017, 09:11
     
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