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Salvatore Russotto.
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*Shory* apre le danze con la sua sceneggiatura. File AllegatoShory___Rocco_e_i_suoi_gioielli.pdf
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Achillu.
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Ma che ca... Adesso devo cambiare il titolo, esattamente lo stesso che ho pensato io!
Copiona
Imbrogliona
Chiedo l'intervento della VAR
Plagio
Arbitrooooooooooo. -
Salvatore Russotto.
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Spiacente Achillu, ma credo che quando per titolo si sceglie una specie di eufemismo sia normale avere la stessa idea in due.
Faccio ammenda di avervi fatto io stesso un bell'assist. -
.Ma che ca... Adesso devo cambiare il titolo, esattamente lo stesso che ho pensato io!
Copiona
Imbrogliona
Chiedo l'intervento della VAR
Plagio
Arbitrooooooooooo
Puoi fare la versione 2.0 😉. -
Mari.q.
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Bell'intreccio molto complesso. Divertente la costruzione dei personaggi. Forse avrei chiuso diversamente, ma comunque mi è piaciuta. . -
liliana tuozzo.
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Con battute al punto giusto e spunti di riflessione sull' importanza tutta maschile di avere o meno le palle. Ottimo lavorom . -
patti@.
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simpatici intrecci, shory!
complessa la struttura, buona la caratterizzazione dei personaggi.
così a me sembra. -
Salvatore Russotto.
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Più che una commedia sembrerebbe un dramma psicologico a lieto fine. Per qualche arcano motivo Ugo è diventato Aldo o Lucio ma questo ha poca importanza.
All’inizio i personaggi paiono un po’ forzati nei rispettivi caratteri (dei quali, però, devo dire che sono molto ben distinti) ma nella parte finale, grazie all’intervento di Fedele Castracani, tutto si spiega. Alla scena manca un punto culmine, un momento in cui il ritmo aumenti o semplicemente un momento in cui la tensione sale per poi sfogarsi. Il pretesto ci sarebbe stato (la foto di Jessica presa dal borsone di Aldo) ma il tutto viene consumato con eccessiva fretta proprio sul finale. Rocco usa modi da signore, sicuramente, ma una sfuriata ci sarebbe stata meglio.
Nota tecnica: i personaggi dovrebbero essere indicati sempre con lo stesso nome. Quando arriva Fedele Castracani non è necessario indicarlo come nuovo arrivato: la cosa avrebbe senso in un racconto ma in teatro non funziona proprio così. I testi teatrali nascono per essere letti da attori e registi, non c’è la tecnica dello show don’t tell per la quale si cerca di rappresentare le scene come le vedrebbero i protagonisti.
Non ho capito una battuta di Ercole (pecca mia): cosa intende dire con: “E con questo sono andati tutti e due.”?. -
*SHORY*.
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Comincio dalla fine: "Due occhi". Il tipo ripete delle frasi fatte e nel contesto dice due volte che ha comprato qualcosa che è costato un occhio. Ovviamente c'è un rimando alla situazione di Rocco.
I nomi: avevo cominciato con Ugo che poi ho trasformato in Aldo perché Ugo è un nome che avevi suggerito tu. Ero convinta di aver corretto tutto ma, evidentemente, qualcosa mi è sfuggito.
Poiché nela sceneggiatura originale, per indicare il personaggio, ho scritto ogni volta "Dottoressa Castracani", (poi probabilmente corretto da Viola in sede di formattazione pdf) mi sono mangiata un mucchio di caratteri e quindi ho dovuto stringere proprio sul finale.
Credevo che il vero limite del pezzo stesse nella scarsa "cafonaggine" di Rocco: ho pensato che su questo aspetto avrebbero già pestato gli altri, magari usando un italiano imbastardito dal dialetto, come poi è stato fatto.
Ti ringrazio per il commento di cui farò tesoro.