Olimpiadi Letterarie

Drusilla e Morozia - Una preoccupante rivelazione e un segreto inaspettato

Dialogo di Befana Profana e Stefia

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  1. stefia
     
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    Il sole è già basso all'orizzonte quando Morozia arriva a una locanda piena di viaggiatori, tutti diretti ai grandi giochi, proprio come lei. Sono settimane che cammina: né i cavalli né le carrozze pubbliche sono in grado di sopportare il suo peso, le sue gambe sono il suo unico mezzo di trasporto. Fortunatamente è in grado di fabbricare una pozione che rende infaticabili e può camminare per centinaia di chilometri senza mai sentire la stanchezza. Le uniche soste che si concede sono per rifocillarsi.
    La pozione miracolosa ha un solo difetto: dà una sete mostruosa; dopo settimane passate a bere l'acqua dei ruscelli, Morozia muore dalla voglia di un boccale di idromele ben tiepido e ne ordina una caraffa intera all'oste, non appena si siede a un tavolo, dopo aver riservato una stanza per la notte.
    Ha scelto un tavolo d'angolo, discosto dalla confusione, semi nascosto nella penombra: non ama la compagnia, ancora meno quella degli sconosciuti e la taverna brulica di genti di ogni dove, desiderose di parlare, scherzare, discutere e litigare.
    È lì, intenta a mangiare un enorme cosciotto di montone e bere l'agognato idromele, che la trova Drusilla.
    L'amica le viene incontro a braccia aperte. Anche lei, affaticata dal viaggio, si abbandona sullo sgabello accanto al suo.

    "Morozia! Quanto tempo! Ero sicura di trovarti qui! Lo sapevo che anche tu avresti partecipato ai giochi! Il tuo spirito battagliero e la tua cultura non hanno uguali. Ed ero sicura che ti avrei trovato in un angolo appartato, solitaria e scontrosa come tuo solito." Dice gioviale, assestandole una poderosa manata sulla spalla.

    "Drusilla, amica mia! Nonostante gli anni, non sei invecchiata di un'ora! Hai sempre la carnagione di quel verde pistacchio che ti dona così tanto! Dì, ma hai messo su peso? Ti vedo bella florida!"
    Le chiede con un grande sorriso che esprime tutta la gioia del ritrovarsi.

    "Non me ne parlare! Il lungo camminare mi ha deperita. Ci vorrà un po' per rimettermi in forma! Guarda qui: la cintura non mi stringe nemmeno in vita!"

    "Ora che ti guardo meglio, hai ragione e poi... sei tutta impolverata, che diamine ti è successo?"

    "Ma niente, Morozia! Durante il viaggio, alcuni delinquenti, gnomi delle foreste, hanno assaltato un carro di elfi delle montagne. Quei poveretti, diafani come le ali di una falena, tremavano tanto forte che sembrava dovessero volare via al primo alito di vento. Mi hanno fatto pena e così ho minacciato i ladroni con il pugno. Quando si sono messi a ridere ho deciso che ne avevo avuto abbastanza di loro, mi sono messa a terra e sono rotolata loro addosso! Dovevi vedere il fuggi fuggi!
    Io che aggiustavo la rotolata spingendomi con il tallone e questi che non sapevano più da che parte scappare! Chi saltava tenendosi il piede che gli avevo schiacciato, chi strillava perché gli avevo reso la mano inservibile! Uno ha pensato bene di provare ad afferrarmi... me lo sono trascinato sotto e dopo due o tre rotazioni eccolo trasformato in un bel tappeto pronto per essere usato nella dimora di mia mamma!"

    "Ah Drusilla non cambierai mai! Non perdi occasione di divertirti! A proposito, come sta quella forza nana della natura che è tua madre? Sono secoli che non la vedo, devi assolutamente salutarla da parte mia, la prossima volta, e dirle che sarò lieta di accoglierla nella mia modesta magione marinara, quando vorrà onorarmi di una sua visita. Le cucinerò il suo piatto preferito: lo stufato di anatra al piccione in salsa di vongole al cognac e marmellata di fichi.
    Ma adesso, forza, bevi un boccale di idromele con me, ne hai bisogno per toglierti di dosso la polvere del viaggio!"
    Così dicendo, le riempie fino all'orlo il secondo boccale che l'oste ha appena portato loro.

    "Dovrei anche farmi un bel bagno... credo di avere ancora qualche gnomo incastrato da qualche parte... mi sento tirare il vestito."

    "Non preoccuparti degli gnomi! Te li scuoterai di dosso al momento del bagno, ora possono stare dove sono. Dimmi piuttosto: ti sei preparata per i grandi giochi?"

    "Non quanto avrei voluto: i combattimenti e gli allenamenti mi hanno tenuta impegnata per diverso tempo. I nemici continuano a insidiare i nostri confini e così abbiamo sempre un gran da fare."

    “Potremo allenarci insieme durante il resto del viaggio, se vorrai farmi compagnia, naturalmente.”

    “Certo, pensi che potrei privarmi del piacere delle tue barzellette immonde e soprattutto della tua cucina succulenta? Ma se devo tenere il ritmo delle tue falcate, avrò bisogno delle tue pozioni.”

    “Naturalmente, amica mia, oltre all'elisir di infaticabilità ho messo a punto, di recente, un unguento capace di triplicare la velocità di movimento della parte del corpo su cui lo si spalma. Quell'inguaribile curioso di di Moromiao ci ha messo lo zampino l'altro giorno, mentre lo facevo raffreddare sul tavolo della cucina e per le sei ore successive correva rapido come un ghepardo.”

    “Voglio quell'unguento! Ma a proposito di Moromiao, che racconta quel gattaccio, quanti anni ha ormai, trenta? È con te da quando eri solo una pulzellona, non l'hai portato con te, quest'anno?”

    “No, l'hai detto tu stessa, è vecchio, ormai, anche se non vuole ammetterlo e finge d'essere ancora un micetto, la vecchiaia si fa sentire. Non lascia più i cuscini davanti al camino per più di qualche ora, i reumatismi lo tormentano. Ma, a proposito di lui, c'è qualcosa che ha scoperto... penso che anche tu debba saperlo.”

    “Racconta, racconta: i gatti non mentono mai.”
    Morozia si allunga verso l'amica, si guarda attorno con fare cospiratorio e alla fine sussurra:

    “E' una notizia che arriva da lontano! Pare che i ricci del Samboseto abbiano avuto l'informazione dai cani da caccia del Castello delle Fate che, a loro volta, sono stati informati dai cavalli del regno di OM venduti alla Fiera del bestiame dell'Est. Sembra che intere guarnigioni si stiano muovendo alla volta del regno di OL.”
    Drusilla si agita sullo sgabello e trattiene a stento un grido.

    “Shh! – La sgrida Morozia, – vuoi farti sentire? Ufficialmente le truppe sono state mandate per pattugliare i confini ma in realtà sembra che i Tecnarchi del regno di OM siano invidiosi del successo dei Giochi di OL perchè tutti gli anni presentano dei mostri nuovi, più feroci e combattivi di quelli vecchi e spompati del regno di OM. Questo attira più spettatori e quindi più mercanti con le merci migliori e quindi un maggior numero di tributi incassati. Il regno di OM vuole creare scompiglio nei ranghi di OL, distrarre le truppe e l'attenzione dai Giochi, in modo da danneggiarli. Lo sai anche tu come funziona: un attentato qui, una vecchia aggredita là e ci sarà un fuggi fuggi generale. Addio pubblico e addio Giochi.”

    Drusilla vuota d'un fiato il boccale d'idromele e scuote lentamente l'enorme testa.
    “Mi sembra incredibile che un evento di tale portata stia prendendo forma all'insaputa dei Tecnarchi di OL e che noi due siamo le uniche ad essere informate. Ma il tuo vecchio gatto rimbambito è sicuro di aver sentito bene? Vista l'età sarà anche sordo come una campana.”

    “Non ti preoccupare, Moromiao ci sente benissimo. È il mio più prezioso collaboratore: periodicamente i suoi figli tornano dalle missioni che assegna loro e lo informano sulla situazione. Sai quante cucciolate ha prodotto quello sciupagatte nella sua lunga vita? Quando non ci sarà più non so come farò a coordinarli tutti, è lui il punto di riferimento.”
    Aggiunge Morozia scuotendo il capo e facendo cadere una lacrima nel boccale d'idromele. Si riscuote e rialza la testa.

    “Per fortuna integro la sua dieta con un elisir speciale, di mia creazione, che rallenta l'invecchiamento delle cellule. Non impedisce i dolori reumatici ma gli permetterà di vivere ancora diversi anni senza diventare rincoglionito.”

    Alza il boccale, che l'oste ha provveduto a riempire per l'ennesima volta, in direzione dell'amica. Brindano e bevono in silenzio, poi Drusilla riprende la parola.
    “Credo che dobbiamo fare qualcosa: quei sordidi felloni degli OM non possono restare impuniti, solo perché sono un popolo di esperti matematici credono di poter seminare il terrore nel popolo di OL, li considerano degli imbelli perché amano le lettere e la poesia. Dobbiamo fare qualcosa!”

    “Ma cosa, Drusilla? Per quanto forti e di robusta costituzione, che possiamo fare da sole, tu e io?”

    L'altra si alza in piedi e la guarda dritta negli occhi.
    “Non lo so ancora, ma abbiamo il resto del viaggio per pensarci e, forse, una volta giunte a disposizione potremo trovare prodi guerrieri disposti a unirsi a noi per salvare i Giochi.”

    “Ma certo! – esclama Morozia, improvvisamente rinfrancata – sono sicura che Giltinè parteciperà ai Giochi, non perde mai occasione di sfoderare le lame. Puoi star certa che non si tirerà indietro quando saprà che i Giochi e il destino di OL sono in pericolo! Peccato che la cara vecchia Monaca di Sbronza non sia più tra noi. Il mio vecchio cuore ha sanguinato per giorni quando la notizia della sua dipartita è giunta fino alle rive del Mare Nostrum.”

    “Ho giurato di mantenere il segreto – sussurra Drusilla con aria da cospiratrice – ma a te posso dirlo. È stata tutta una montatura: la nostra monaca è viva e vegeta e continua a fare buon uso della mia acqua nanica. Aveva bisogno di fingersi morta per passare inosservata ai nemici: ha un’importante missione da compiere.”

    “Non sai di quale gioia mi riempi con questa lieta novella. La nostra amica è viva. Che gaudio!”

    “Sì e noi quattro riuniti, credo, troveremo come salvare i Giochi e la Contea di OL. Ora andiamo a riposare, ne abbiamo bisogno: un lungo viaggio e molte avventure ci aspettano da domani.”
    Scolano fino all'ultima goccia di idromele, ripuliscono per bene i piatti con la mezza pagnotta che restava e si incamminano insieme, il cuore pieno di coraggio, verso una meritata notte di riposo.
     
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