Olimpiadi Letterarie

Operazione "ammazza la moglie e vivi felice"

sfida III genere umoristico

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  1. Hindefuns
     
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    “Mio nonno e mia nonna sono stati insieme per sessant’anni. Gli ultimi venti li hanno passati seduti l’uno accanto all’altra nel salone di casa. La vecchiaia e la mobilità ridotta li costringevano dal letto al divano e viceversa. Ma sempre insieme. Sotto la stessa coperta a guardare gli stessi programmi. Se ci fosse stato un catetere a due tubi i miei nonni l’avrebbero utilizzato di sicuro.
    Un sogno per ogni giovane coppia. Un sogno che mi da gli incubi.
    Odio mia moglie. Lo urlerei ai quattro venti ma non posso permettermelo”.
    Carl conobbe Hether all’università. Erano entrambi iscritti in legge ad Harvard e condividevano la passione per la politica. Lei figlia di un deputato del Congresso con un futuro radioso davanti e lui borsista medio borghese con grandi speranze.
    Fu subito amore, tra lezioni, serate di gala e sit-in di protesta. Una coppia di repubblicani come tante, ma con una marcia in più: lei. Era forte e puntava in alto. Pensava, programmava e organizzava tutto. Pranzi, cene e sesso, tutto perfettamente calendarizzato.
    Lui fu ammaliato dalla scia dorata che la sua ragazza lasciava ed ebbe quella che in quel momento gli sembrò una vera illuminazione: chiederle di sposarlo.
    A posteriori diede la colpa di tutto ai repubblicani e alla campagna elettorale particolarmente evocativa che stavano facendo per le elezioni presidenziali. Famiglia tradizionale, figli, tavoli bianchi e pancake a colazione. Un vero lavaggio del cervello per un fiero americano.
    Ma presto scoprì che essere un “first gentleman” non è tutto rosa e fiori. Si, aveva tanti soldi e una moglie che lo amava alla follia. Se sbadigliava lei faceva apparire un cuscino e se starnutiva un equipe medica veniva allertata. D’altro canto lui si impegnava parecchio nel loro triangolo amoroso: lui, lei e l’America. Era perfetto per gli eventi pubblici, bello, sorridente e sempre abbinato ai suoi vestiti. Ma esser l’anonimo compagno di una personalità è frustrante per un uomo con aspettative proprie. E dopo un po’ si stava come a piedi nudi in una cantina buia piena di spigoli.
    Lei viveva di lui. E lui viveva grazie a lei. Un rapporto impari.
    Carl passò tanto tempo a riflettere sulla maniera più indolore per uscire intero da un matrimonio che lo stava schiacciando, ma quando trovò finalmente il coraggio di parlarne ad Hether, questa lo anticipò annunciandogli la sua definitiva discesa in politica candidandosi al Congresso. Si sentì come il presidente messicano quando Trump gli chiese di pagare il muro che lui neanche voleva fosse costruito
    Se fosse stata eletta il suo divorzio sarebbe stato molto più complesso e rischioso. Ma d’altro canto non si può abbandonare una moglie proprio quando sta vivendo un periodo così stressante. Rabbrividì immaginando le sfuriate colossali. Arrivò a sognare che Hether, dopo esser stata eletta primo presidente donna, gli scatenasse contro l’intera CIA facendolo uccidere da sicari messicani con la tecnica dei due muli e uno jalapeňo. Si svegliò completamente zuppo di sudore e terrorizzato nell’osservare la donna accanto a lui ancora immersa nel sonno dei giusti, con l’espressione serena di un bambino vivace di fronte alla Morte Nera Lego faticosamente costruita dal padre in gioventù.
    Hether non doveva esser eletta. Pensò a come boicottare di nascosto l’adorata moglie ma lei non aveva nessuna crepa nella sua perfetta vita. Nessuno scandalo da dare in pasto ai giornali. l’unico suo punto debole era proprio lui: il bel marito. Ma se lo scandalo lo avesse coinvolto si sarebbe fatto terra bruciata anche dei pochi contatti che gli restavano per ricostruirsi una vita una volta che fosse riuscito a mandare quella attuale a peripatetiche. Tutti questi discorsi lo portarono ad una drastica conclusione: lei non doveva fallire, anzi. Doveva morire martire in modo da spingere il suo bel vedovo a raccogliere i frutti di ciò che con fatica lei stava costruendo.
    Ma come fare? Nella vita prima o poi tutti abbiamo pensato ad eliminare un rivale in amore, un concorrente o, semplicemente quello che ci taglia la strada in macchina.
    Le risorse economiche non gli mancavano, la malizia neanche, ma il sangue freddo decisamente sì. Doveva trovare qualcuno che lo facesse per lui. Pensò alla campagna elettorale. Hether si spostava per tutto il Texas in treno. Scelta ecologica ed economica. E soprattutto pratica per lui! Basta, decise che la povera moglie sarebbe rimasta vittima di un incidente ferroviario. No, non poteva essere un incidente perché altrimenti ci sarebbero state altre vittime tra cui soprattutto lui! A meno che non la spingesse fuori dalla carrozza in corsa, ma non sarebbe stato facile giustificarlo con l’FBI. Ci voleva altro. Ci voleva un attentato. Mirato a lei, alla sua campagna, per colpire il partito. Stava prendendo forma un piano. Ci volevano solo quattro o cinque disperati. E il Texas era pieno di messicani clandestini! Non ci fu mai repubblicano tanto contento che le leggi sull’immigrazione di Trump non fossero ancora pienamente operative.
    Quella sera a cena Hether, alla quale importava solo il parere dell’amato marito, decise di improvvisare a braccio un discorso elettorale, ma, pur annuendo, quello che il cervello di un Carl sorridente ed empatico sentiva era: “La cucaracha, la cucaracha ya no puede caminar perché presto, con lo stivale, la faremo calpestar”.
    L’indomani fu caccia al delinquente. Si aggirarò per le strade piene di latinos come una gazzella zoppa nella savana.
    L’odore dei soldi attirò gli squali e il muro di un vicolo nel quale lo stupido si infilò, credendo inizialmente che fosse una buona idea, fece il resto. Non capiva bene lo spagnolo ma le lame dei coltelli a serramanico tradussero perfettamente in inglese le gentili richieste degli uomini che per primi si accaparrarono il merlo del giorno. Carl non si era mai trovato in una situazione neanche lontanamente simile a quella che ora stava vivendo. La paura, rifletté, avrebbe dovuto sovrastarlo, ma la verità che gli si presentò fu un’altra, più dura e pesante di quanto immaginasse: temeva Hether, futura senatrice in ascesa, più di un intero esercito di messicani armati di machete.
    Prima che l’amore gli portasse via i testicoli aveva quest’unica occasione da giocarsi.
    Quindi iniziò col prendere il portafogli e consegnarlo all’uomo che più di tutti sembrava motivato ad aprirgli lo stomaco. Subito dopo, in un balletto di gesti, espressioni e verbi all’infinito, tentò di spiegarsi con gli indigeni. Il concetto era semplice: vengo in pace, ho tanti altri soldi da darvi, dovete però farmi un favore, e, visto come vi siete presentati, non credo sarà uno sforzo poi così grande per voi.
    Incredibile ma vero sembrava che uccidere qualcuno su commissione fosse un lavoro ritenuto “normale” in quei vicoli. Poi quando spiegò che si trattava della moglie i ragazzi lo riempirono di pacche sulle spalle e gomitate amichevoli di comprensione. Sembra che a qualsiasi latitudine del mondo le mogli alla lunga imparino a percuotere le gonadi tutte alla stessa maniera. In un altro contesto si sarebbe potuto discutere di lingua universale e uguaglianza di tutte le razze.
    Aveva la “banda”. Ora gli serviva il piano.
    La campagna elettorale di Hether comprendeva varie tappe in auto ma anche qualcuna in treno, in particolare quella da Dallas ad Austin dove l’avrebbero aspettata in stazione tutti i suoi sostenitori. Il treno era il luogo ideale per colpire. Non dovette fare altro che istruire i suoi nuovi hermanos e comprare biglietti per tutti. Sarebbero entrati nello scompartimento blindato urlando slogan contro le leggi repubblicane sull’immigrazione e avrebbero sparato un po’ a casaccio colpendo anche la moglie. Lui doveva solo trovarsi un nascondiglio per poi correre a prenderla in braccio quando tutto fosse finito e farsi trovare affranto da giornalisti e poliziotti. Vedovo con una causa da cavalcare. Non avrebbe potuto progettare di meglio.
    Venne finalmente il giorno del viaggio. Carl non stava nella pelle. Preparò i bagagli per entrambi suscitando sempre più l’amore della moglie che pensava al suo entusiasmo come la principale prova di sostegno alla campagna. “Quando l’uomo che più al mondo ami ti sostiene in maniera così cristallina non puoi perdere”, gli sussurrò uscendo di casa ma baciandolo prima sulle labbra.
    Il treno uscì velocemente dalla città per avventurarsi nelle campagna della frontiera texana.
    Per tutto il viaggio Carl, come del resto aveva sempre fatto, si tenne in disparte dall’altra parte del vagone, facendo finta di leggere qualcosa sul suo tablet, mentre la moglie studiava espressioni e gesti da usare al prossimo incontro con gli elettori.
    Per i quattro killer fu semplice freddare la sicurezza fuori dalla porta del vagone. Nonostante Carl avesse insistito sul fare meno vittime possibili i messicani entrarono urlando e sparando come se si fossero trovati nel Dia de los muertos.
    In un attimo lui fu sotto il sedile. Scelta saggia dal punto di vista della sicurezza ma che gli limitava decisamente la visuale dell’operazione “ammazza la moglie e vivi felice”. Quindi non capì bene quando sentì i messicani, sconvolti da chissà quanta tequila e coca, iniziare così, senza un motivo apparentemente logico, a urlare “W Trumpo. W repubblican” per poi colpirsi tra di loro con quelli che inizialmente sembrarono pugni di incoraggiamento ma che presto degenerarono in una rissa mortale. E soprattutto non si accorse della coraggiosa moglie che, sempre un passo avanti a tutti, si alzò decisa e tirò il freno del treno, facendo sì che l’unico sicario ancora rimasto in piedi cadesse di petto sul coltello che mulinava in aria come avrebbe fatto Pollock con un pennello in uno dei suoi momenti più ispirati.
    La polizia e i giornalisti trovarono Hether seduta che faceva coraggio al marito disperato per quello che (non) era accaduto.
    La donna ottenne, grazie al suo impegno politico e al suo atto eroico, un plebiscito alle elezioni tanto da esser messa sotto osservazione dal partito per una futura candidatura presidenziale.
    L’amato marito le rimase sempre accanto, sorridendo e salutando l’America nazionalista che li amava alla follia.
    Qualche tempo dopo, quando Carl, durante un viaggio di rappresentanza nelle zone colpite dalla guerra in Medio Oriente, riuscendo a defilarsi dalla calca creatasi come sempre attorno alla moglie, chiese a un interprete del luogo di indicargli la via per i villaggi ancora in mano ai terroristi, l’uomo lo guardò a bocca aperta.
    “Lei non dovrebbe uscire dalla base, signore, è pericolosissimo. Cosa crede di trovare oltre ad una morte terribile in posti così selvaggi?”. Ma l’ormai designato futuro first gentleman della prima presidentessa donna degli Stati Uniti, poggiando una mano sulla spalla del suo nuovo amico rispose: “la speranza, mio caro, la speranza”.
     
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  2. Mari.q
     
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    Divertente, la parte con i messicani mi ha stesa. Bravissimo anche tu. Bellissimo quarto di finale: complimenti!
     
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    A me il tuo racconto è piaciuto molto, l'ho trovato ben costruito e ragionato.
    Anche l'umorismo scelto è calcolato e dosato, al di là dei killer che mandano tutto in cagnara, in effetti la parte più divertente e libera da schemi.

    Alla prossima!
     
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2 replies since 2/11/2017, 10:11   27 views
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