Olimpiadi Letterarie

A (Achillu) Il Lago della Sposa

Immagini [1A] [13B] [1B] [8B] [6A] [17A] [3A] [6B] [10B] [2A] [15A] [16A] [15B] [12A] [17B]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Achillu
     
    .

    User deleted


    La luce del tramonto entra obliqua nel boschetto di salici, resa visibile dall’umidità che impregna l’aria primaverile. Non c’è un alito di vento, le ombre sono immobili.[1A] Poi, d’improvviso il canto delle cicale s’interrompe: una ragazza, vestita da sposa, corre rapida tra gli alberi in direzione dello specchio d’acqua che si scorge in lontananza. Volta la testa, guarda dietro di sé e la vede.

    Morgana spalanca gli occhi: il cuore le batte forte e le manca il fiato. Distesa sul letto, non riesce a muoversi; nella stanza buia[13B] c’è l’odore di chi vi ha dormito tutta la notte.
    Lentamente riprende il controllo del proprio corpo. S’alza, prima di tutti, ed esce; si ferma un attimo, accarezzata dall’aria fresca. Le prime luci del mattino arrossano il cielo, che si riflette nel laghetto davanti alla corte.
    Si bagna spesso in quelle acque, quando il clima lo permette. Raccoglie i lunghi ricci neri in una crocchia, fermandola con un ferro da calza.[1B] Si contempla in quello che è il suo specchio preferito. La superficie, sempre in movimento, le restituisce un’immagine quasi viva, quella d’una ragazza appena sbocciata; si concede un sorriso, prima d’increspare l’acqua con le mani e lavarsi.

    «Oggi pomeriggio andremo in paese a preparare il vestito», le ricorda la madre.
    «Non voglio sposarmi!» risponde Morgana con voce ferma. Una sberla la raggiunge sulla bocca.
    «Queste cose non si dicono. È peccato mortale! Chiedi scusa».
    Gli occhi le s’inumidiscono. «Mi tratti come una bambina e hai il coraggio di mandarmi all’altare?»
    «Va bene, sei grande: te la vedrai col confessore. Una bella penitenza ti ci vuole, ragazza disubbidiente! Onora il padre e la madre!»
    Non riesce a sentirsi in colpa per quel pensiero; ama i suoi genitori, ma non può proprio accettare la loro decisione.
    Dalla sarta di Trecenta è tutto un tripudio di meraviglie e complimenti per la futura sposina. Morgana ha lo sguardo assente; si concentra sull’odore di filo e tessuto, che sovrasta quello dell’umidità fiorita sui muri. La fine del giorno s’avvicina e le donne, impegnate nei loro discorsi, la lasciano da sola coi propri pensieri.[8B]
    Il richiamo dall’esterno è forte! In un attimo Morgana esce e fugge attraverso il boschetto, ancora vestita da sposa, in direzione dello specchio d’acqua che si scorge in lontananza. Dietro di lei le cicale interrompono il canto. Volta la testa e s’accorge d’essere inseguita da una bestia orribile.[6A]
    Spalanca gli occhi e si ritrova ansimante, distesa sul letto, incapace di muoversi. Il lieve russare d’un fratello la riporta all’ambiente casalingo. S’alza, esce, si lascia sfiorare dall’aria fresca del mattino. Va a specchiarsi nelle acque del laghetto; questa mattina la ragazza nel riflesso è pensierosa e non le sorride.

    «Ho fatto di nuovo il sogno», dice alla sorella Ginevra.
    «Quello in cui sei inseguita da un mostro?»
    «Sì… e questa notte l’ho visto!» La voce si strozza sull’ultima vocale.
    Ginevra esita un po’, poi chiede: «E com’era?»
    Morgana fa “no” con la testa, serrando gli occhi e le labbra, inghiottendo saliva e lacrime salate. Dopo un respiro profondo riprende a parlare: «M’accompagni dalla vecchia Nunzia?» È convinta che la fattucchiera del villaggio possa aiutarla a comprendere il significato dell’incubo.
    «Ma sei scema?»
    «Non ho paura d’andarci da sola». O forse sì? «Però vorrei che venissi anche tu».
    Le due ragazze si fanno coraggio e, nel primo pomeriggio, s’incamminano per i boschetti. Alcune galline razzolano lungo la strada e ne rubano una da portare alla fattucchiera.
    Dopo una breve esitazione, bussano alla porta d’una capanna. La vecchia Nunzia[17A] apre. «Salve, bambine!» E gli occhi si fissano subito sul dono che portano. Con dita nodose le invita a entrare: «Venite, vi preparo la merenda».
    Nella capanna c’è fumo profumato d’incenso, diverso da quello che si sente in chiesa durante la Pasqua. All’interno regna la confusione, ma è più grande la fame della paura. Morgana e Ginevra s’accomodano a un tavolo ingombro di stoviglie, dove la vecchia offre a ognuna una focaccia di frutta secca e una scodella d’infuso odoroso.
    Proprio davanti alle ragazze, mentre si cibano di quelle delizie, la vecchia Nunzia con un coltello affilato decapita la gallina portata in dono e ne raccoglie il sangue in un catino.
    Ginevra smette di masticare, si gira verso la sorella e, con lo sguardo disgustato, sussurra: «Bleah!»
    Morgana le fa segno di tacere; non comprende il senso del rito, ma per lei è diventato importante avere una risposta.
    La fattucchiera apre il ventre dell’animale e ne lascia uscire le interiora ancora calde.[3A] L’odore acre si sovrappone a quello dell’infuso. Nunzia studia i visceri con attenzione, poi rivolge la sua attenzione alle due ragazze, puntando le mani nella loro direzione. La figura nodosa e raggrinzita della vecchia si gonfia e si distende.
    Ginevra urla.
    «Presto, scappiamo!»
    In un attimo Morgana è fuori che corre. Si volta per controllare dov’è la sorella e s’accorge d’essere inseguita da una bestia orribile. Inciampa nell’abito bianco e la bestia è già sopra di lei. Le avvicina il muso al viso, con il fiato da cane randagio; la bava schiumosa le cola nella bocca.
    Spalanca gli occhi. È distesa nella capanna della fattucchiera, col fiatone e il batticuore; non riesce a muoversi. Ginevra la sta guardando, seduta in un angolo, con gli occhi sbarrati.[6B] Qualcuno l’accarezza: è Nunzia; sembra ancora la vecchina innocua che le ha accolte poco prima.
    Morgana si pulisce istintivamente la bocca e si rifugia anche lei nell’angolo, vicino alla sorella.
    «Bambina mia. Quello che hai visto è il tuo incubo peggiore!»
    «Ma… è solo un sogno! Vero?»
    «No, mia cara. Quello è lo specchio delle tue paure. Devi combattere il mostro, con tutte le tue forze, e vincere! Altrimenti soccomberai».
    Morgana si gira preoccupata verso la sorella.
    «Lei dimenticherà ciò che ha visto in questa stanza. Adesso andate, tornate a casa».

    * * *


    Morgana esce dalla corte alle prime luci del mattino; si lascia accarezzare dall’aria fresca e istintivamente si pulisce la bocca. S’avvicina al laghetto, fermando la crocchia, e si specchia; guarda triste il riflesso. Accosta le mani alla superficie, ricambiata dalla sua immagine.[10B]
    «Vieni con me!» È un sussurro. «Vieni con me!»
    Morgana affonda i palmi nell’acqua e mani umide l’afferrano saldamente ai polsi. Una presa sicura, che attira senza stringere; la ragazza si lascia scivolare, s’abbandona a quell’abbraccio freddo, silenzioso e accogliente.
    Braccia forti la strappano da quel grembo.[2A] «Morgana! Quante volte t’ho detto di stare attenta?» È la voce agitata di sua madre. «Dai, che oggi non abbiamo tempo da perdere! Vai subito ad asciugarti che arrivo!»
    Morgana tossisce fuori l’acqua che aveva bevuto. È fradicia, con i capelli appiccicati addosso; la più grossa preoccupazione della madre è asciugarli in fretta, perché oggi è il giorno del matrimonio.

    Inizia la tortura, Morgana non conosce nemmeno il suo promesso sposo. È infelice, piange durante tutta la funzione, a fianco di quello sconosciuto che si trova con lei all’altare.[15A]
    Non tocca cibo durante il banchetto; attende solo che tutta quella sofferenza finisca. Poi si rende conto che, quando gli invitati se ne andranno, resterà sola con quell’uomo rozzo e viscido; e allora prega che quel banchetto non finisca più. Ma le persone a lei care una dopo l’altra l’abbandonano lì, in quella prigione.[16A] Fino al momento in cui, dopo l’ultimo addio, resta da sola con il marito.
    Il tramonto è vicino; la luce del sole filtra attraverso i rami dei salici. I raggi luminosi risaltano nell’umidità del sottobosco. Il richiamo è quasi un sussurro.
    «Vieni con me!»
    In un attimo Morgana è fuori e corre tra gli alberi, in direzione dello specchio d’acqua che si scorge in lontananza. Il marito la chiama, l’insegue. Lei si volta: l’ha quasi raggiunta. Inciampa e cade! Lui le è subito sopra;[15B] con l’alito soffocante e avvinazzato tenta di baciarla. Le sbava in faccia.
    «Vieni con me!»
    Morgana solleva il ginocchio di scatto. L’uomo ringhia e molla la presa; lei si rialza e corre verso il laghetto, mentre istintivamente si pulisce la bocca. Si specchia. La sua immagine è lì che l’aspetta.
    «Vieni con me!»
    Immerge i palmi nell’acqua; il suo riflesso l’afferra saldamente ai polsi, con mani umide, senza stringere. Morgana si lascia scivolare in quell’abbraccio freddo, silenzioso e accogliente.
    Mani forti la vogliono strappare da quel grembo. Lei s’aggrappa al fondo melmoso del laghetto, ma viene trascinata fuori; tra le dita le rimane qualcosa, un oggetto familiare.
    Si gira su se stessa e, con tutta la forza che le resta, trafigge il collo del marito con il ferro che usa per la crocchia. L’urlo dell’uomo sembra quello d’un maiale sgozzato. Il corpo barcolla, mentre il sangue esce a fiotti vermigli dalla ferita mortale; cade a faccia in giù.
    «Vieni con me!»
    Morgana non ha scampo: è una donna, ha ucciso un uomo.[12A] Nessuno sarà mai dalla sua parte.
    «Vieni con me!»
    La tortureranno. Se sopravvivrà, sarà condannata al rogo.[17B]
    «Vieni con me!»
    Immerge i palmi nell’acqua e mani umide l’attirano a sé. S’abbandona a quell’abbraccio freddo, silenzioso e accogliente.
     
    Top
    .
  2. MyaMcKenzie
     
    .

    User deleted


    Complimenti, Achille, davvero ben scritto.
    Si respira il profumo di quei tempi, le difficoltà della giovane, il suo terrore, la sua disperazione.
    Un'ottima prova.

    PS. Ma sai che fino a qualche mese fa non sapevo che il Gorgo della sposa fosse così gettonato?
    C'è davvero gente che arriva a Trecenta dalle regioni più lontane. Noi paesani l'abbiamo sempre snobbato e invece...
    Beh, ne sono orgogliosa.
    Grazie per questo omaggio.
     
    Top
    .
  3. Achillu
     
    .

    User deleted


    Grazie mille Mya. Io ho scoperto la leggenda della sposa di recente, frequentando un gruppo di Facebook. Pare che anche altri gorghi abbiano una propria leggenda, una in particolare mi ha colpito: quella della bambina rimasta imprigionata in una casa sul gorgo di Pissatola.
     
    Top
    .
  4. MyaMcKenzie
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Achillu @ 19/9/2017, 12:02) 
    Grazie mille Mya. Io ho scoperto la leggenda della sposa di recente, frequentando un gruppo di Facebook. Pare che anche altri gorghi abbiano una propria leggenda, una in particolare mi ha colpito: quella della bambina rimasta imprigionata in una casa sul gorgo di Pissatola.

    Già, anche io l'ho sentita di recente facendo ricerche per la Sposa.
    E' stato molto inquietante. Anche Pissatola mi è molto caro (abito lì vicino e da piccola la bazzicavo spesso)
    Però non ho trovato molti approfondimenti per cui non l'ho ancora presa in considerazione... anche perché le storie di fantasmi mi fanno paura e preferisco evitare. Questo racconto l'ho dovuto scrivere per via di un contest a cui ho partecipato, ma non sai la strizza che m'è venuta.

    Però se ci scrivi su qualcosa poi fammelo leggere: con la luce del sole tutto mi sembra meno spaventoso ;)
     
    Top
    .
  5. Antonio Borghesi
     
    .

    User deleted


    Non conoscendo nulla di quel Gorgo della sposa il tuo racconto mi è apparso come una favola terribile certo da non raccontare a dei bimbi e quindi pensato a un bel (si può dire?) horror. Passando a commentarti ho visto l'altro commento e il tuo racconto, basato perciò su una leggenda locale mi è apparso ancor più bello proprio perchè legato a qualcosa che appartiene alla storia. Dire che è ben scritto è come dire che l'acqua è bagnata. Mi è piaciuto parecchio.
     
    Top
    .
  6. Achillu
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Antonio Borghesi @ 19/9/2017, 21:05) 
    Non conoscendo nulla di quel Gorgo della sposa il tuo racconto mi è apparso come una favola terribile certo da non raccontare a dei bimbi e quindi pensato a un bel (si può dire?) horror. Passando a commentarti ho visto l'altro commento e il tuo racconto, basato perciò su una leggenda locale mi è apparso ancor più bello proprio perchè legato a qualcosa che appartiene alla storia. Dire che è ben scritto è come dire che l'acqua è bagnata. Mi è piaciuto parecchio.

    Il mio racconto è stato definito anche una favola horror :) quindi sì, si può dire. Grazie mille, Antonio.

    PS: il caso, la congiuntura o forse il fantasma della sposa hanno fatto sì che l'anonimo selezionatore abbia scelto delle foto che possono adattarsi benissimo a quella che probabilmente è la più famosa leggenda polesana (più famosa? hm... diciamo meno sconosciuta). Inoltre il nostro fantasma ha fatto sì che due polesani si siano iscritti alle OL, proprio per parlare di lei. Sarà davvero il caso? Mah... o forse l'anonimo selezionatore è polesano pure lui? Chissà.
     
    Top
    .
5 replies since 19/9/2017, 09:58   50 views
  Share  
.